Psicologa ed
educatrice
A volte
stento ancora a crederci, ma sono passati ormai due anni da quando ho deciso di
intraprendere un cambiamento personale e professionale che mi ha portato a
Vancouver, sulla costa occidentale del Canada.
In questa città, ho avuto
l’opportunità di lavorare presso una scuola Montessori con bambini di fascia
d’età tra 3 e 6 anni. Uno degli aspetti che mi ha conquistata profondamente fin dall'inizio è stata la naturale sensibilità multiculturale che permea questa
città e tutto il Paese in generale. Si percepisce immediatamente un sentimento
radicato, profondo e sincero di accettazione dell’altro, in un’atmosfera
condivisa di differenze etniche, culturali, religiose e linguistiche.
Ovviamente non mancano le difficoltà. Mi viene da sorridere se penso a quando
cerco di interagire, in inglese, con i nuovi bambini arrivati a scuola, che
invece mi rispondono con lunghi discorsi in cinese o vietnamita, convinti che
io li possa capire. L’adattamento linguistico avviene giorno per giorno, di
pari passo con le attività per lo sviluppo cognitivo e sociale.
Per
fare un piccolo confronto, se in Italia esiste un forte senso della famiglia,
qui raramente si mangia insieme a casa, non è fondamentale ritrovarsi per le
feste e quanto prima possibile si esce dal nucleo familiare e si inizia la
propria vita indipendente. Ma è proprio l’indipendenza il fine delle esperienze
formative che quotidianamente proponiamo a scuola durante l’attività didattica.
Il gruppo è infatti costituito da bambini di età mista e ciò consente un’ampia
flessibilità di apprendimento: i bambini più piccoli possono osservare le
attività di quelli più grandi, mentre i più grandi possono aiutare i più
piccoli nell’esercizio di abilità che hanno acquisito prima di loro.
Durante
la giornata ognuno può scegliere il materiale che preferisce secondo i propri
ritmi e tempi. Ogni attività, preparata con oggetti a misura di bambino, è
caratterizzata dal “fare con le mani” perché, come diceva Maria Montessori,
mano e mente vanno di pari passo. Inoltre, considerando che la grande quantità
di informazioni, dirette e indirette, che un bambino recepisce in questi anni,
derivanti dall’ambiente esterno attraverso i sensi, il materiale è creato
proprio in base all’uso possibile di vista, udito, tatto, olfatto e gusto. Gli
ambienti sono accoglienti, luminosi, ordinati e facilmente fruibili, in modo da
incoraggiare il bambino a sperimentare gli strumenti a sua disposizione. Il
materiale è suddiviso secondo diverse aree tematiche. Si possono infatti
sperimentare le attività della vita pratica, che rispondono al bisogno di
movimento finalizzato a uno scopo reale come lavarsi le mani, vestirsi e avere
cura delle piante. In più, a disposizione dei bambini c’è il materiale del
linguaggio, della matematica, della musica e del disegno.
In sintesi, l’insegnante, nel
contesto di un ambiente così strutturato, si limita alla mediazione tra bambino
e ambiente, guidando il piccolo nella scoperta delle proprie potenzialità
personali, senza mai imporsi o sostituirsi a lui.
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