Di Claudia Ottella
Il
rapporto e le comunicazioni tra nido/scuola e famiglia sono un aspetto cruciale
della vita dei servizi;
la relazione tra educatori, insegnanti e genitori è
sicuramente espressione di condivisione e di arricchimento reciproco che si
alimenta con il trascorrere del tempo, dell’esperienza e che si consolida nella
pratica, usuale, di incontri programmati come laboratori, assemblee, feste,
colloqui, ambientamento ecc. Ma non solo. Esiste una fitta trama di
comunicazioni, che spesso va oltre la vita istituzionale dei servizi.
Il punto di vista dei servizi
“Nel
lavoro educativo, e in quello con le famiglie in particolare […] l’assunzione
di responsabilità della relazione spetta ai servizi educativi” (M.
Guerra, E. Luciano, La
relazione con le famiglie nei servizi e nelle scuole per l’infanzia, Edizioni Junior, Azzano S. Paolo, 2009) e, certamente, responsabilità dei
servizi è anche la modalità di gestione delle comunicazioni. Molte parole, nel
tempo si sono spese per valorizzare l’importanza dei contenuti delle
comunicazioni con le famiglie, che devono andare ben oltre alle informazioni di
carattere fisiologico medico, per interessarsi anche agli aspetti sociali e
relazionali della vita del bambino e della famiglia nel suo complesso e devono
trovare un delicato equilibrio tra la comunicazione agita rispetto a quella
verbalizzata. Le strategie e le scelte comunicative permettono ai servizi di
avere uno strumento per costruire una “storia insieme”, un’alleanza e un
progetto condiviso improntato allo scambio e al confronto reciproco. La moderna
tecnologia oggi offre piattaforme che spesso vengono percepite come mezzi per
dialogare meglio e più velocemente, per comunicare con un linguaggio semplice, comprensibile
e moderno. Tutto ciò non solo per informare e aggiornare sull’andamento e le
novità del servizio ma anche per fare una sorta di “operazione simpatia”. Se
questo indubbiamente può rendere più diretti e immediati i rapporti con le
famiglie, è importante essere in grado di gestire e distinguere i livelli
comunicativi, i ruoli, la sfera professionale da quella privata. E insieme a
questa forma di comunicazione deve permanere comunque sempre la comunicazione
ufficiale delle conversazioni importanti.
Il punto di vista delle famiglie
Se da
un lato i servizi devono garantire una forte esperienza del “noi”, dall’altro
devono porsi come obiettivo la creazione di una comunicazione diretta e
personalizzata. Se, dunque, i modi in cui si creano, si gestiscono ed evolvono
le modalità interattive e gli scambi d’esperienza con il servizio – in quanto
istituzione – non possono essere semplici formalizzazioni, all’opposto non
bisogna cadere in un eccesso di richiesta di familiarizzazione e immediatezza.
Se usati correttamente, i moderni strumenti di comunicazione possono essere
estremamente utili per risolvere problemi organizzativi e fornire rapide
informazioni; sono senza dubbio un mezzo valido per informare e mantenere i
contatti, prestando attenzione a non abusare con messaggi non pertinenti che
distolgono l’attenzione dai contenuti rilevanti o, rischio ancor più grande, a
fornire informazioni che deformano la realtà e che possono trasformare un fatto
banale, facendogli assumere connotazioni sovradimensionate, poi difficilmente
gestibili.
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