Consolidamento e innovazione. Dalle buone prassi a una
sperimentazione permanente è il titolo del progetto tutto modenese avviato nell’anno
educativo 2014-2015 che ha coinvolto quattro servizi educativi comunali 0-3
anni del Comune di Formigine, affidati a Gulliver in concessione: nidi
d’infanzia “Barbolini”, “Mago di Oz”, “Alice” e “Don Zeno”.
Il Coordinamento
pedagogico Gulliver in coerenza con il Coordinamento pedagogico dell’Unione dei
Comuni del Distretto Ceramico ha coniugato il percorso formativo
sull’osservazione per l’anno educativo 2014-2015 con lo strumento di
valutazione del progetto pedagogico previsto dalla Regione Emilia-Romagna con
particolare riferimento alla dimensione funzionamento del gruppo di lavoro. Il
progetto è stato condotto con l’obiettivo specifico di garantire alle
educatrici percorsi formativi permanenti e di renderle più consapevoli del
proprio lavoro educativo, per arrivare a fare dell’innovazione un’intenzione
quotidiana.
Come coordinatrice mi sono concentrata sulla creazione di un’unica
identità di servizio e un unico linguaggio per creare un pensiero pedagogico
condiviso. In questo lavoro abbiamo valorizzato i punti di forza dei quattro
servizi, le risorse gestionali disponibili, utilizzando lo strumento di
valutazione come pista di lavoro progettuale. Gli incontri in intercollettivo
si sono sviluppati con cadenza mensile per tutto l’anno scolastico. La logica
dell’intercollettivo, già per noi una prassi operativa abituale che si
connotava come spazio meramente organizzativo semestrale, dall’inizio della
sperimentazione è divenuta cornice di senso e si è riqualificata in momenti di
formazione permanente. Partendo dall’uso delle buone domande, utilizzate come
elementi propulsori del nostro lavoro, tracce che orientano il pensiero di chi
agisce l’osservazione, ambito di metariflessione condivisa, abbiamo dato
l’avvio a una serie di sperimentazioni inerenti la progettazione e la
documentazione. Concretamente abbiamo lavorato sulla creazione di Strumenti
progettuali: dagli intenti progettuali alle ipotesi progettuali, dalla mappa concettuale a uso interno delle
educatrici come scrittura progettuale, di osservazione e di verifica, alla pannellatura mappata in progress per tracciare ed
evidenziare il processo progettuale dei bambini. Il processo ha così consentito
di aumentare spazi di riflessione e di confronto dei collettivi attraverso lo
scambio delle esperienze di ricerca aperta e partecipata di adulti e bambini.
Nel nuovo anno scolastico siamo ripartiti dallo strumento di
valutazione ponendo le famiglie al centro della nostra attenzione, pensando e
ripensando spazi di comprensione, per capirsi partendo dalla
presentazione/discussione di alcuni strumenti progettuali, dal concetto di
cura, all’analisi dei bisogni impliciti, espliciti e latenti delle famiglie.
Abbiamo quindi introdotto il concetto di ricognizione partecipata che vuole
diventare contesto di apprendimento significativo per i tre attori della relazione:
ricognizione dei bambini, delle famiglie, degli educatori.
Quindi partecipazione come ricerca di un esito riconosciuto da
tutti, risultato di un lavoro creativo ondiviso.
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