di Alberto
Alberani
Il modello di servizi 1-6,
che da alcuni numeri stiamo illustrando in questa rubrica, vede anche una
concretizzazione attraverso un servizio estivo proposto in alcuni territori.
Uno
di questi è proposto dalla cooperativa sociale “Cadiai” di Bologna che da
alcuni anni “trasforma”, nel periodo estivo, ambienti che accolgono un servizio
nido in uno spazio bambini di età compresa da 1 a 5 anni. Questo è possibile
nella misura in cui si riduce il numero di famiglie frequentanti il nido che
richiedono il prolungamento nel mese di luglio. Per ciò che riguarda gli
aspetti gestionali organizzati ne parlo con Gloria Verricelli, coordinatrice
della cooperativa.
Perché questo
servizio?
“Il servizio è nato
in via sperimentale per rispondere a due bisogni: da un lato l’accoglienza di
bambini le cui famiglie avevano la necessità di un servizio a fronte della
chiusura estiva di quello da loro frequentato durante l’anno; famiglie che,
avendo già avuto la possibilità di sperimentare servizi strutturati e di
qualità, chiedevano di continuare l’esperienza. Dall’altro lato la necessità
della Cooperativa di dare continuità occupazionale alle lavoratrici che per
motivi di convenzionamento avrebbero dovuto staccare due mesi dal lavoro nei
servizi. Purtroppo molte convenzioni richiedono personale solamente per un
periodo determinato e la Cooperativa ritiene doveroso garantire occupazione
alle lavoratrici per tutto il periodo dell’anno”.
Quanto costa?
“È un servizio
privato, pagato interamente dalle famiglie, il cui costo è di 175 euro a
settimana per i bambini da un anno (compiuto) ai 2 anni (bambini che hanno già
frequentato il nido), mentre per i bambini d’età compresa dai 3 ai 5 anni il
costo è di 110 euro; il servizio resta aperto dalle 7.30 alle 18 dal lunedì al
venerdì. Una famiglia può iscrivere il bambino solo per una settimana oppure
per tutto il periodo di apertura”.
Ritengo utile inoltre
ricordare che negli ultimi anni il servizio si è convenzionato con cooperative
del territorio (“Camst”, “Manutencoop”, “Coop”, “Unipol”) che per scelte legate
al welfare aziendale sostengono le proprie lavoratrici compartecipando al
pagamento della retta settimanale; alcune di loro la pagano interamente.
Come si integrano i
bambini che hanno età molto diverse?
“Ogni fascia d’età
ha una sua sezione e personale di riferimento che dispone di titoli di studio,
formazione, contratto di lavoro. I rapporti numerici sono quelli previsti dalle
direttive regionali che indicano criteri e vincoli per lo svolgimento dei
servizi educativi. Per poter funzionare in regola, questo è stato riconosciuto
come un servizio sperimentale”.
In effetti il servizio ha anticipato l’intuizione prevista all’interno
della legge di riforma sulla scuola sperimentando l’incontro in uno stesso
spazio di bambini d’età compresa fra 1 e 5 anni. Quest’anno nei mesi di luglio
e agosto il servizio è stato pieno, con liste d’attesa che confermano il
gradimento delle famiglie, che l’intuizione di sviluppare il progetto era
corretta e che i bambini di età compresa tra 1 e 5 anni possono convivere
insieme.
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