mercoledì 5 ottobre 2011

Servizi di qualità, sostenibili e appropriati

Si è tenuto a Bologna il 29 settembre scorso il Convegno promosso dalla Regione Emilia Romagna, dal titolo “Di qualità, sostenibili e appropriati. I servizi per la prima infanzia, laboratorio di coesione sociale alla base del sistema di welfare”.
“Abbiamo avviato un percorso per rivedere il modello organizzativo dei servizi per la prima infanzia, in modo da venire incontro alle mutate esigenze della società, delle tipologie di famiglie e delle modalità di lavoro dei componenti delle famiglie, in primo luogo delle donne – ha ricordato l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . Vogliamo promuovere una riflessione sulle attuali condizioni dell’offerta, ricercando le forme per continuare a garantire i servizi educativi coniugando qualità e sostenibilità, anche promuovendo forme innovative e flessibili.
Il problema è che tutto questo sistema è messo fortemente in discussione dalle tre manovre di governo. Come Regione, fino al 2010 avevamo 16 milioni di euro per i nidi, tra conto corrente e conto capitale, da trasferire alle Province. Quest’anno i milioni sono 1,6; per il 2012 non c’è nulla. La situazione– ha concluso l'assessore– è drammatica”.

Gli atti dei lavori sono consultabili sul web http://sociale.regione.emilia-romagna.it/news/speciale-convegno-nidi

Di fronte alla spietata crudezza dei numeri, che non ci danno prospettive e portano solo a domande su quanti servizi verranno tagliati, quanti posti di lavoro si perderanno, possiamo sperare in qualche miracolo. Ma intanto? Basta ricercare nuove formule? Possiamo restare chiusi nel nostro ambito e non mettere in discussione le priorità a livello più generale? I bambini sono un investimento sul futuro e forse per qualcuno non sono un’urgenza, ma l’occupazione femminile è urgenza dell’oggi e i tagli ai servizi hanno anche come immediata conseguenza perdita di posti di lavoro.
Tagli così consistenti portano alla luce anche un altro problema: che sovente alcune Regioni hanno trasmesso alle Province e ai Comuni quello che proveniva dallo Stato senza aggiungere molto del loro bilancio. Queste sono state scelte politiche che ora vengono al pettine. Il costo dei servizi ha gravato sulle spalle dei Comuni e delle famiglie e poco sulla collettività regionale. Se la non autosufficienza tiene grazie alla fiscalità regionale perché non è possibile pensare anche ai servizi per l’infanzia se siamo convinti della loro necessità come investimento sulle nuove generazioni?
Il discorso che non è ancora esplicitato nelle parole dell’Assessore, ma che diventerà sempre più urgente è come rispettare etica e democrazia sotto le pressioni delle necessità finanziarie? Come difendere la necessità di una riflessione completa e complessa che non sfoci nella scorciatoia delle esternalizzazioni tout court fatte solo per mettere una pezzetta all’immediato e senza un quadro e una visione complessiva di sviluppo?
Sono ragionamenti che una certa ‘pedagogia pura’ ha sempre disdegnato, ma che oggi non è possibile rinviare. Se teniamo veramente ai bambini, non tutte le scelte sono uguali, non tutto quello che ci viene dal recente passato ci incammina su una strada accettabile.

1 commento:

  1. Leggo sul Notiziario Minori, questa nota sui Nidi bolognesi. Se non incominciamo a ragionare esplicitamente e laicamente di tutti i problemi senza cedere solo alle note sensazionalistiche e superficiali, siamo già fuori gioco prima di incominciare.
    Se abbiamo già le spiegazioni, perché dobbiamo "sparare" titoli terroristici?

    NIDI, A BOLOGNA COSTANO 30-40% IN PIU' DELLA MEDIA
    LO RIVELA STUDIO DI PROF UNIMORE CHE INDAGA ANCHE IL NODO COSTI
    (DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 11 ott. - I nidi bolognesi sono piu' cari del 30-40% di quelli delle altre citta' dell'Emilia-Romagna. E' la conclusione a cui e' arrivato uno studio condotto dall'economista Paolo Silvestri, dell'Universita' di Modena (Unimore), su dati dell'"Osservatorio regionale su infanzia e adolescenza" relativi ai periodi 2006-2008 e 2008-2009, presentato oggi nella sede del quartiere Reno a Bologna, durante un convegno sull'infanzia.

    Inoltre, sotto le Due torri, "i nidi direttamente gestiti dal Comune costano il 20% in piu' rispetto alla media dei costi di gestione in regione". La cifra e' stata ottenuta comparando la spesa sostenuta dal Comune di Bologna con quella dei municipi delle altre citta' capoluogo. La ricerca evidenzia inoltre che anche gli asili in provincia di Bologna sono i piu' costosi in regione. A livello generale, poi, tra il servizio offerto nel capoluogo e quello accessibile nell'hinterland, in tutta l'Emilia-Romagna, il primo e' piu' costoso del secondo. Per Silvestri, i motivi di questo squilibrio sono due: oltre a "un possibile bilancio piu' accurato nei capoluoghi", c'e' la questione del costo del personale educativo e di pulizia "maggiormente internalizzati nei nidi a gestione diretta dei Comuni, che sono molti di piu' nei capoluoghi rispetto alla provincia, e quindi con contratti piu' onerosi rispetto a quelli di una cooperativa sociale". Grazie a minori spese di personale, infatti, "i nidi a gestione convenzionata, analizzati in una precedente ricerca su Modena, costano i due terzi di quelli gestiti dal Comune". Dopo il capitolo delle uscite si passa alle entrate, cioe' la retta che i genitori pagano per usufruire del servizio nido, che a Bologna e' "pari al 75% di quella media pagata negli altri capoluoghi emiliano-romagnoli", spiega Silvestri.

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