mercoledì 27 marzo 2013

Sorpresa

Mi ritengo fortunato perché ho potuto accompagnare a visitare le scuole modenesi Sama e Karim, due maestri del Burkina Faso, che collaborano attivamente con la onlus Bambini nel Deserto.
Ovviamente abbiamo iniziato da un asilo nido e dalle scuole per l'infanzia comunali. Sono molto orgoglioso di aver mostrato loro le scuole più belle del mondo. Quelle meravigliose sezioni organizzate con gli angoli: della biblioteca, della cucina, dei travestimenti costituiscono un ricco ambiente d'apprendimento, in cui i bambini vengono esposti alla parola scritta in modo mirato e programmato. Ma la risorsa più preziosa che abbiamo incontrato sono le maestre, talmente capaci di ascoltare quello che dicono i bambini, da capire anche quello che non dicono, ma pensano. Le maestre provocano i bambini con richieste "difficili" che li mettono alla prova. "Fate sette con una mano!" ha detto la maestra alla suddivisione dei posti a tavola. Un bimbo ha detto:"E' difficile!", ma un altro ha aggiunto :"E' impossibile!". Una risposta che da sola vale un percorso scolastico. Le maestre riescono a valorizzare i saperi che i bambini già possiedono, proponendo loro nuovi mondi di conoscenza. I bambini accettano la sfida perché sono esploratori nati, con loro bisogna puntare in alto: al futuro! Sono piccoli ma cresceranno: Luca farà il medico, Vanessa l'avvocato e tanti faranno il cittadino, che non è un mestiere da poco. Le maestre trovano le parole, poche ma puntuali e stimolanti, ad altezza di bambino e perciò efficaci, perché non basta sapere occorre saper insegnare. In realtà Sama e Karim hanno incontrato le maestre più brave del mondo!

Le belle scuole, intese come edifici, sono ancora un miraggio per i bambini del Burkina, ma le maestre brave sono più a portata di mano perché gli insegnanti si stanno impegnando seriamente in rigorosi momenti di formazione e di confronto, a cui abbiamo dato il nostro contributo anche noi insegnanti modenesi.
Una alleanza pedagogica italo-burkinabè per il successo formativo dei bambini, di tutti i bambini.

Arturo Ghinelli  

martedì 19 marzo 2013

Ho fatto un sogno

Italiani senza cittadinanza

Il Rapporto del MIUR e del ISMU sugli alunni con cittadinanza non italiana nell'a.s.2011/2012 ci informa che i nati in Italia sono 334.284 e rappresentano il 44,2% sul totale;cinque anni fa erano meno di 200mila, il 34,7%, perciò nel quinquennio si è avuto un aumento di 10 punti in percentuale. Nelle scuole per l'infanzia i bambini stranieri nati in Italia sono l'80,4%, più di 8 su 10, ma in alcune regioni la percentuale è ancora più alta e supera l'87% in Veneto e l'85% nelle Marche, sfiora l'84% in Lombardia e l'83% in Emilia Romagna.

venerdì 8 marzo 2013

Maggi, la campagna del bambolotto – bebè è una strumentalizzazione inaccettabile

Istituto degli Innocenti - Firenze
comunicato stampa, 1 marzo 2013


L'Istituto degli Innocenti a fianco del Garante per l'infanzia della Toscana contro il cartellone comparso a Grosseto che incita alla scelta veg.

«Crediamo non siano più tollerabili strumentalizzazioni del corpo e dell'immagine dei bambini come quella comparsa nella campagna realizzata da alcune associazioni vegane e comparsa a Grosseto» Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti, esprime la propria contrarietà alla recente campagna choc che dovrebbe promuovere la dieta vegana. Si tratta di un'affissione che sfrutta la foto di un bambolotto, con sembianze di un neonato, fatto a pezzi e incartato come cibo da banco. Lo slogan accanto recita: "Chi mangi oggi?"

Lavagne

Ho tanta nostalgia di poter rivedere all’interno delle aule delle scuole  le lavagne con il gesso. Quelle lavagne antiche, con il sapore di cultura e di conoscenza, erano bellissime. Il contrasto dello sfondo nero con le scritte bianche, faceva pensare istantaneamente a un paesaggio in bianco e nero, poi invece, quando il maestro o un compagno di classe leggeva le parole scritte, quel paesaggio diventava improvvisamente a colori. Con i gessi colorati, alcuni compagni di classe, rendevano la lavagna una tela sulla quale si delineavano i tratti indelebili di una scuola semplice e mai complicata. In molti casi, la classe “iniziava da lontano”, usciti di casa percorrevamo un tratto di strada insieme, preparandoci informalmente ai riti  della scuola formale.