venerdì 7 dicembre 2012

Ancora sui"nidi": ma sanno di cosa parlano? Lettera aperta al Prof. Umberto Galimberti

Gentile prof. Galimberti, gentile signora Laura Cuciti,
Sollecitati da alcune affermazioni contenute nella lettera e nella risposta pubblicata su D del 17 novembre 2012, consapevoli della complessità del tema, richiamiamo la Vostra attenzione su ulteriori e, dal nostro punto di vista, imprescindibili elementi di contesto normativo e organizzativo che connotano il sistema per la prima infanzia nel nostro paese.
Proprio perché “il problema nidi è una questione molto seria” è importante ribadire che
    •  Il nido d'infanzia è un luogo educativo, che definisce le opportunità e la qualità della vita dei suoi cittadini a partire dai piccoli, e rende civile una nazione. La sua gestione è delicata perché il bambino è piccolo: il personale deve svolgere molte funzioni contemporaneamente, dall'accudimento ad una buona progettazione pedagogica che garantisca esperienze di gioco, di apprendimento e di autonomia. E' un servizio che ha bisogno di personale preparato, motivato, appassionato. E basta entrare dentro un nido d'infanzia per capire che tutto questo c'è! In più, negli ultimi anni, nonostante la crisi economica, è stato uno dei settori che ha offerto molte opportunità di lavoro.

martedì 27 novembre 2012

Sui "nidi": ma sanno di cosa parlano?





Ho letto l'articolo su D di Repubblica- sabato 17 novembre dal titolo " Nidi pubblici. Profitti Privati" (visualizza l'articolo)
A me ha colpito in particolare come, sia nella lettera sia nella risposta, l'Amministrazione locale venga presentata come incapace di gestire il bene pubblico, inefficiente, clienterale, corrotta.
Mi colpisce inoltre che si pensi ai nidi come luoghi che generano profitto che il privato, al contrario del pubblico,  sa utilizzare.
Mi chiedo se chi scrive e chi risponde sa qualcosa del costo dei servizi, dei limiti che il pubblico ha nella gestione diretta dei servizi, ecc.
Mi chiedo anche se davvero dobbiamo continuare a sentire queste offese per il lavoro delle Amministrazioni locali.
Credo anche che il privato che gestisce con coscienza e competenza in moltissime realtà si senta in altro modo offeso da questa pagina del giornale.

Forse dovremmo provare ( se condividete la mia impressione negativa della risposta) a dire qualcosa nel merito, almeno per aggiungere qualche elemento di informazione e  di problematizzazione sul tema complesso della  gestione dei servizi educativi.


Maria Cristina Volta

martedì 20 novembre 2012

Razza di mascalzoni


Siamo l’unica specie vivente che maltratta e uccide i propri piccoli.
Forse qualche esperto zoologo potrebbe contraddirmi con esempi di animali che uccidono i piccoli. Ad ogni buon conto ecco alcuni titoli di giornali recenti
Trovato impiccato in bagno a 10 anni. Genitori separati non si esclude il suicidio.
Il bimbo uccide il papà nazista. Può essere giudicato un killer?
Continua la strage di bambini in Siria.

Padre separato porta via con la forza il figlio da scuola
E potrei continuare il lungo elenco.

lunedì 29 ottobre 2012

Materne statalizzate? Costano di più

Il ministero dell'Istruzione 'gela' quei Comuni che come quello di Bologna, invocano la statalizzazione delle scuole dell'infanzia a loro carico. Molto esplicito in questo senso l'intervento che ha fatto ieri all'assemblea Anci il sottosegretario Elena Ugolini. "Non credo che statalizzare la scuola dell'infanzia gestita dai Comuni- ha detto- sia una modalità con cui risolvere una difficoltà. Anche perché normalmente se si sposta il centro di spesa dalla periferia a Roma non cambia la quantità della spesa, normalmente cresce".

Inoltre, ricorda Ugolini, "non possiamo dare più di quel che abbiamo".

Il sottosegretario esalta piuttosto il mix di offerta statale e comunale da un lato e convenzioni col privato dall'altro.

"Questo modello- sostiene Ugolini- ha permesso all'Italia di fare una proposta di qualità a livello mondiale e di fare in modo che quasi tutti i bambini possano avere questo tipo di proposta educativa". Guai comunque aspettarsi che l'esecutivo nazionale risolva ogni problema: "Ḗ fondamentale dare risposte a livello di Governo, ma dico anche che in dieci mesi non si possono risolvere i problemi enormi che sono stati annodati nel corso degli anni".

 (DIRE - Notiziario minori) Roma, 19 ottobre

Sempre più anziani e nonni "babysitter"

Sono sempre di più i neonati affidati ai nonni. Gli errori commessi dai nonni nell'accudire il bambino, però non mancano, come spiega la ricerca dell'Università dell'Alabama presentata al meeting della American Academy of Pediatrics a New Orleans. Questi errori dovrebbero essere corretti prima di tutto dai pediatri, visto che in Usa, ma anche in Italia, chi porta il neonato alle visite è spesso proprio il nonno.

''Le raccomandazioni sulla salute e la sicurezza sono in costante evoluzione - spiega Kathryn Hines, uno degli autori dello studio, che ha anche certificato un aumento del 20% dei "nonni babysitter" in Usa negli ultimi dieci anni - e molte di queste sono probabilmente cambiate da quando i nonni che accudiscono i bimbi hanno curato i propri figli''.

Gli sbagli più comuni sono stati individuati con un questionario di 15 domande somministrato a un gruppo di nonni dell'Alabama.

''La necessità di informare meglio i nonni c'è, al punto che stiamo studiando dei veri e propri "corsi di aggiornamento" insieme a Federanziani per insegnare loro come si devono comportare rispetto ad alcuni problemi - spiega Giuseppe Mele, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) - questo è ancora più necessario alla luce degli ultimi studi che abbiamo fatto che vedono 12 milioni di nonni in Italia prendersi cura di 7 milioni di bambini. Alcuni suggerimenti possono essere dati anche direttamente dal pediatra, visto che il 63% delle visite vede proprio i nonni come accompagnatori." Inotre, continua il dottor Mele, "quello che vediamo noi è una grande voglia di imparare e aggiornarsi anche perchè c'è consapevolezza di avere un ruolo sempre più importante".
 
(Centro Maderna, News del 24 /10/2012)

 

venerdì 26 ottobre 2012

Diamo voce al nostro futuro.

La” sezione primavera” e’ un servizio socio educativo,
nato allo scopo di agevolare le famiglie in difficoltà ,con bambini che non trovavano posto al nido, o per fornire una risposta in quelle situazioni nelle quali il nido d’infanzia non esiste ancora perché gli enti pubblici non hanno effettuato investimenti in questo senso. Le sezioni primavera si propongono perciò, esplicitamente ed essenzialmente, come risposta ad un problema sociale, particolarmente presente in alcune realtà del nostro paese. E’ avvenuto così che molte famiglie hanno trovato una soluzione in assenza, come detto, di un impegno adeguato dei comuni e delle regioni.
La ragione è tuttavia anche un’altra: iscrivere un bambino ad una sezione primavera costa decisamente meno che non iscriverlo ad un nido.

martedì 9 ottobre 2012

Il mio viaggio nella formazione dei futuri insegnanti di scuola dell’infanzia: tra inesperienza e competenza.

Antonella Panchetti, insegnante di scuola dell’infanzia e tutor supervisore presso l’Università degli Studi di Firenze, Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria

Istruire l’infanzia è scolpire nella pietra.
(Proverbio arabo)

Fino alla legge 341/90 bastava aver fatto tre anni di scuola magistrale (istituita dalla Riforma Gentile del 1923) quasi interamente gestita da istituzioni private religiose, nel cui ambito le esigenze di professionalizzazione erano disattese perché la scuola dell’infanzia per molti anni è stata considerata un semplice luogo di accoglienza, l’asilo, affidata prevalentemente a istituzioni private. Come diceva un parlamentare: «le insegnanti non conoscono orari, non hanno stipendi, non hanno trattamento di quiescenza… aspettano il loro compenso nell’aldilà». [1]

Pedagogia- porte aperte ad un futuro incerto

Parlando della Germania
di Roger Prott

C’erano dei tempi in cui i bambini in Europa girovagavano liberi per gran parte delle giornate – anche prima che raggiungessero l’età per andare a scuola. I bambini stavano all’aperto insieme ad amici e fratelli sia durante l’estate, sia durante l’inverno. Quando capitava che stessero in casa per troppo tempo, si diceva loro: “Vai fuori a giocare!”

Al giorno d’oggi, l’infanzia è vissuta in modo molto diverso da quanto accadeva allora: le nascite calano continuamente, le ansie dei genitori nei confronti dei figli aumentano, l’intenso traffico per le strade limita lo spazio “esplorabile”, quasi ovunque i bambini devono frequentare Servizi Educativi per la Prima Infanzia. In particolare, quest’ultimo aspetto implica che essi passino la maggior parte del loro tempo in spazi circoscritti: quattro mura, un tetto, un cortile delimitato e adulti appositamente formati per gestire questi contesti - i pedagogisti -.

Pedagogisti, e non insegnanti!

Gli angeli custodi dei bambini

Veronica Tresoldi, psicologa 

Nella società contemporanea dove il lavoro di entrambi i genitori si configura sempre più spesso come un’importante prerogativa per il benessere ed il mantenimento economico della famiglia e gli asili nido non rappresentano una realtà capillarmente diffusa, il ruolo dei nonni acquista una grande rilevanza e si delinea come una preziosa risorsa nella gestione della vita familiare delle giovani coppie con figli.

Per queste ragioni da alcuni anni si è pensato di introdurre nel calendario delle festività laiche una ricorrenza che ci permetta di celebrare la loro funzione e di ricordare l’importanza che ha avuto per noi la loro presenza nella nostra vita, inizialmente solo in qualità di nipoti ed in seguito anche nella posizione di  genitori.

lunedì 8 ottobre 2012

Gli insegnanti: “ponti” dinamici nel processo educativo

Francesco Barone 
Pedagogista - Docente di Metodologia del gioco Università di L’Aquila 

La consapevolezza dell’efficacia e dell’urgenza diapprendimenti “sul campo”, oggi rischia di essere travolta da un triste e  pericoloso approdo alle realtà virtuali, distanti dalla vita dei bambini, dalle loro esperienze e dalla possibilità di un vissuto emotivo autentico. Emerge sempre con maggiore intensità, che l’impianto educativo disciplinare scava un solco profondo tra saperi ed esperienze scolastiche ed extra-scolastiche, tra epistemologie del controllo procedurale ed epistemologie dell’evoluzione. L’idea pedagogica sottesa all’interesse per i luoghi e gli spazi “formali ed informali”, vuole ispirarsi a una visione pratica dell’apprendimento, volta a stimolare la relazione interpersonale, l’osservazione e la ricerca dei significati. In poche parole, si insegna e si impara ascoltando, facendo e vedendo fare. Questo tipo di apprendimento è certamente molto importante, in quanto, gran parte di ciò che si apprende in molte situazioni della vita di ogni giorno, deriva dall’osservazione diretta delle cose e delle persone. Come per esempio, un bambino impara osservando le espressioni e i comportamenti della “sua” educatrice/insegnante.

Caro nido ti lascio un pensiero

L’esperienza nella memoria immemorabile

di Caterina Merola

I genitori dei bambini frequentanti l’ultimo anno del nido “Il Giardino incantato” di Castel d’Azzano (Verona), dalla primavera del 2010[1][1], hanno  acquisito l’abitudine di lasciare pensieri di ringraziamento e riflessioni personali su un quadernino che diviene un diario di fine viaggio. Nel narrare l’esperienza vissuta, il tema del viaggio è ricorrente: si descrivono paesaggi vissuti, si delineano nuovi orizzonti,  destinazioni, mete possibili, avventure.

martedì 18 settembre 2012

Buon Lavoro

Ce l'hanno con noi insegnanti perchè siamo gli unici che possiamo farli sentire degli ignoranti.
Per questo da anni ci tormentano e ci fanno i raggi x per vedere le nostre magagne. Io però sono stufo di sentire gli insegnanti che si lamentano di tutto e di tutti, siamo diventati una categoria di fregnoni.
"Si però... "Mi sembra già di sentire le reazioni.
Se i politici continuano a dire "stassi"volendo riferirsi all'imperfetto congiuntivo del verbo stare, è colpa nostra. Se Matteo Renzi avrà successo tra i giovani, è colpa nostra che non abbiamo insegnato loro a distinguere tra "Romeo e Giulietta"di Shakespeare e una soap opera. I ragazzi non vedono l'ora che ci sia qualcuno che gli permetta di accendere il fuoco della conoscenza. Basta pensare alla prima volta dello tsunami quando furono le conoscenze di una ragazzina inglese a salvare la famiglia dall'onda mortale. Anche durante le scosse del terremoto in Emilia, solo gli studenti sapevano come comportarsi grazie alle numerose prove di evacuazione fatte ogni anno a scuola. Dobbiamo far capire ai ragazzi e anche ai nostri giovani colleghi che si educa perché c'è la prospettiva di cambiare il mondo. Quella che abbiamo come insegnanti dunque è una grande responsabilità, a cui non dobbiamo sottrarci .
Quindi basta sospiri e lamenti, rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci al lavoro.

AGhi

giovedì 13 settembre 2012

Resistere: una parola che attraversa l’Europa

Segnaliamo l’appello pubblicato sulla rivista In-fan-cia che invita educatori, insegnanti, genitori a far sentire la loro voce contro i tagli adottati dal Governo Spagnolo. Una situazione non migliore della nostra in Italia. Anche noi abbiamo un appuntamento (promosso dal Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia) per far sentire la voce dei servizi educativi nella tradizionale ricorrenza del 2 dicembre.
Ricordiamo ci anche degli amici spagnoli: non siamo soli, da problemi comuni cercheremo di costruire alleanze anche trasnazionali. Appena avremo indicazioni precise sulle iniziative del 2 dicembre, le faremo circolare.

La ripresa

In queste pagine ci auguriamo che nel periodo della chiusura dei servizi abbiate goduto una buona e meritata vacanza.

Ora, come in ogni ciclo, affronteremo il ritorno a scuola, potrà essere nuova, quella degli anni passati o quella di sempre, ma il consueto ritorno a scuola sarà diverso, con nuove bambine e bambini, nuove famiglie e, forse con nuovi colleghi.

giovedì 30 agosto 2012

Pubblico e privato

Un discorso da fare, molto rapidamente, perché è stato un cavallo di battaglia della sinistra e delle organizzazioni dei suoi insegnanti, è quello sulla difesa della scuola pubblica, che ha automaticamente comportato, almeno fino a ieri, una generale ripulsa delle stesse organizzazioni nei confronti della scuola privata

Lo ripeto: la scuola pubblica è nata su due spinte concomitanti, la necessità da parte del capitale di avere, per lo sviluppo delle sue industrie, personale non analfabeta, e la pressione delle lotte socialiste affinché i figli del popolo potessero godere di un'istruzione pubblica, presa in carico dallo Stato. C'è un bellissimo saggio storico di Lamberto Borghi che ricostruisce da un lato l'acceso dibattito tra chi diceva che il popolo doveva avere le proprie scuole (il modello è quello inglese), gestite autonomamente, perché lo Stato non può che promuovere un insegnamento adeguato ai bisogni della borghesia che ne è al comando e secondo la sua impostazione ideologica, e dall'altro criticalo statalismo delle forze dominanti all'interno della sinistra, dalla Seconda Internazionale in avanti (Educazione e autorità nell'Italia moderna, La Nuova Italia).

mercoledì 29 agosto 2012

Distinguere pubblico e privato è soltanto il sintomo di una falsa coscienza

Fonte: D La Repubblica, 25 febbraio 2012

Quando si apre l'uscio di casa non si entra nella vita privata, per la semplice ragione che nessuna vita è "privata".


Non esiste la vita privata. Non può valere per i rapporti umani il concetto liberista che se un individuo sceglie per il suo meglio allo stesso tempo fa il bene della collettività. La nascita, che avviene dall'unione di due persone che generano una terza, non ha nulla di privato. La vita tra persone è una concatenazione di fatti. Si può vivere tralasciando gli effetti che le proprie azioni provocano sugli altri? Si può ignorare il dolore provocato?  "È la vita", si dirà, io invece credo di no. Non c'è vita se non ci si preoccupa degli altri. Se tutto è lecito in nome della libertà individuale io non voglio essere un uomo libero.  Non posso accettare queste regole, già dominanti ovunque, anche nei rapporti umani. La concezione del fridman, dell'uomo che mette al primo posto la libertà, non può esistere, tantomeno in amore, in coppie separate o divorziate, in coppie con figli, in famiglia. "È la mia vita", si urla in cucina in preda alla rabbia per affermare il diritto all'azione quando qualcuno mostra disaccordo. No, non vale. In amore non può valere.  Quando si è provato ad andare oltre se stessi, quando è venuto un figlio, quando lo si è progettato abbracciati sotto una coperta, non puoi più ritenere la tua libertà al di sopra di tutto.

Lettera firmata

Risponde Umberto Galimberti

La nozione di "vita privata" nasce come conseguenza del primato dell'individuo nei confronti della società. Un primato fondato e diffuso in Occidente dal cristianesimo che, dopo aver introdotto il concetto di "anima", intesa come principio dell'identità individuale, assegna alla salvezza dell'anima, che si raggiunge individualmente e non collettivamente, il primato rispetto a tutti gli altri scopi della vita: "Porro unum est necessarium serbare animam (l'unica cosa davvero necessaria è salvare l'anima)".

Ripartire dalle “ INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO”


La pubblicazione delle  nuove “Indicazioni nazionali per il curricolo” attiva in modo forte l’esigenza di individuare le parole chiave significative che  permetteranno di aprire squarci di orizzonti culturali e professionali per poter dare respiro al testo anche laddove risulta troppo succinto e riduttivo.
Soffermiamoci soprattutto sulla premessa.

Risulta infatti essenziale che venga recepita bene“ l’introduzione” al testo per non correre il rischio di dare precocemente un approccio disciplinare che, attirato dalla sequenza degli obiettivi, potrebbe indurci al medesimo errore che si è spesso compiuto in passato. 

Risulta più o meno esplicitata, tra le righe, un’idea di scuola che avevamo perso per strada e che ora stiamo riaffermando con forza: la scuola inclusiva che già le indicazioni Fioroni avevano salvato; la scuola che si fa motore di civiltà e democrazia, di diffusione di competenze di cittadinanza irrinunciabili; la scuola che si attiva per accogliere ed ospitare tutte le diversità ma che si oppone a che queste possano scivolare verso le disuguaglianze.

IMPARARE AD IMPARARE: EDUCARE L’INTELLIGENZA A SCUOLA

            Si tratta del titolo relativo al Convegno che venerdì 16 e sabato 17 marzo 2012 ha coinvolto quasi duecento insegnanti appartenenti alle scuole dell’infanzia e primarie del Piemonte e della Lombardia, interessate all’approfondimento di tematiche in ordine allo sviluppo cognitivo e metacognitivo del bambino; tale numero comprendeva anche molte insegnanti delle scuole dell’infanzia comunali di Torino e paritarie FISM della Provincia, tra cui una Coordinatrice di Zona. Il Convegno, organizzato dal CIRDA dell’Università di Torino e dalla Cooperativa Sistema Multiproposta, e svoltosi presso le sedi dell’Università di via Verdi  e via Plana, ha portato l’attenzione dei partecipanti sull’importanza di educare, fin dai primi anni di vita, i processi di comprensione nell’apprendimento, distinguendoli da quelli percettivi e linguistici, pur necessari e funzionali.

martedì 28 agosto 2012

I Comitati Genitori per la qualità del Nido

"Un futuro di qualità per i servizi educativi 0-6 anni: il contributo dei Comitati dei Genitori".

Ferrara, 9 settembre ore 17,30

Riteniamo che, alla luce della situazione critica che stanno attraversando gli enti locali e l'intero Paese, sia giunto il tempo di difendere con pervicacia la qualità (e quantità) dei nostri servizi educativi contro i tentativi da più parti evidenziati e sostenuti (più o meno convintamente) con provvedimenti di esternalizzazione o addirittura di chiusura, come se i servizi educativi rappresentassero "una zavorra troppo costosa" per le Pubbliche Amministrazioni. Il Governo d'altra parte non va per il sottile quando parla di questi servizi e del welfare in generale, come se si trattasse di un "lusso" al quale va posto rimedio. Le nostre Amministrazioni sono in grave difficoltà ed anche in una regione come l'Emilia Romagna si affronta il problema in chiave prevalentemente economico-finanziaria, come se la qualità di offerta educativa non riguardasse la crescita non solo delle nuove generazioni, ma di tutta una comunità, delle esperienze di ricerca e studio socio-psico pedagogico riconosciuto a livelli internazionali. Per questo vorremmo creare un forte gruppo di genitori delle diverse città per fare fronte comune e confrontarci sul che fare, come incidere sulle politiche locali e nazionali in misura più incisiva.

venerdì 3 agosto 2012

Il gioco

All’interno degli asili nido il gioco rappresenta una tra le principali attività nelle quali sono quotidianamente coinvolti i bambini.

L’intera giornata è scandita dall’alternanza dei momenti legati alla cura personale, come il pasto, il cambio ed il sonno e dalle attività ludiche più o meno strutturate. Talvolta il piccolo viene coinvolto in compiti predefiniti particolarmente stimolanti ed incalzanti nei quali assume una certa rilevanza la figura dell’educatrice che dirige le attività e favorisce l’acquisizione di nuovi apprendimenti, ma è anche estremamente importante che il bambino possa essere lasciato libero di giocare da solo e di sperimentarsi autonomamente in ciò che più desidera.

venerdì 6 luglio 2012

Vacanze

Quest'anno l'hanno detto bello chiaro i tecnici che ci governano. Per dare una mano al paese in crisi gli italiani dovrebbero fare una settimana di vacanze in meno questo farebbe aumentare il PIL di un punto. Giustamente Massimo Gramellini su La Stampa “ basterebbe offrire alla Patria una settimana di tintarella e l'economia nazionale ripartirebbe a razzo verso il cielo stellato".

Non intendo guastare i sogni di Polillo ricordando che è inutile produrre di più se poi non c'è nessuno a cui vendere e che oggi il problema non è rappresentato da quelli che fanno le ferie, ma da quelli che non le fanno perché hanno perso il lavoro. “ Va bene! Ma chi il lavoro ce l'ha si dovrebbe far carico di salvare il paese".
Anche perché…” il lavoro non è un diritto,deve essere guadagnato attraverso sacrifici ” ha spiegato la ministra Fornero a chi non aveva ancora capito o fingeva di non capire.

giovedì 28 giugno 2012

Scuola dell'infanzia, un gioiello svalutato?

20 scuole della provincia di Brescia pongono degli interrogativi

La delibera della Giunta Regionale relativa al calendario scolastico e formativo 2012/13 e seguenti, che ha collocato al 5 settembre l’inizio delle attività educative della scuola dell’infanzia ed al 12 settembre quello degli altri ordini scolastici, ha dato modo a noi insegnanti della scuola dell’infanzia di formulare alcune riflessioni, che abbiamo condiviso con i colleghi degli altri ordini del nostro istituto.
Abbiamo anzitutto riletto alcuni documenti ministeriali, che definiscono il ruolo della scuola dell’infanzia:
- dai Nuovi Orientamenti del 1991: “la legge 444/68 ha consentito, sullo sfondo di un articolato pluralismo culturale ed istituzionale, una più definita consapevolezza delle funzioni della scuola materna, che si configura ormai come primo grado del sistema scolastico; l’ulteriore sviluppo di questa scuola si profila, pertanto, come generalizzazione di un servizio educativo di elevata qualità, impegnato a diffondersi senza squilibri e diseguaglianze sul territorio nazionale, espressione di una progettualità politica e pedagogica consapevole delle sfide provenienti dalle nuove dinamiche della cultura e della società e in grado di tradurre nei fatti la convinzione che l’infanzia rappresenta una fase ineludibilmente preziosa dell’educazione dell’uomo e del cittadino”;
- dalle Indicazioni per il curricolo del 2007: “la scuola dell’infanzia è la risposta al diritto all’educazione dei bambini dai 3 ai 6 anni d’età, è un sistema pubblico integrato in evoluzione, che rispetta le scelte educative delle famiglie e realizza il senso nazionale e universale del diritto all’istruzione. Nelle sue diverse espressioni, ha prodotto sperimentazioni, ricerche e contributi che costituiscono un patrimonio pedagogico riconosciuto in Europa e nel Mondo”.

lunedì 25 giugno 2012

E’ NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI QUALITA’ IL BUON CITTADINO DEL FUTURO

Documento a cura del Coordinamento Nazionale per le Politiche dell’Infanzia e della sua Scuola * sulla identità della scuola dell’infanzia

Il Coordinamento Nazionale  per  le Politiche dell’Infanzia e della sua Scuola intende intervenire nel  dibattito che sembra riprendere piede, da qualche mese, sulla sostenibilità educativa e sociale della scuola dell’infanzia di durata triennale, nell’ambito di una  eventuale  revisione complessiva del corso di studi  volta a correggere l’anomalia tutta italiana  della sua conclusione a diciannove  anni, invece che a diciotto, come nella maggioranza dei Paesi Europei.  

Se non viene attivata una riflessione complessiva sul carattere sistemico del percorso scolastico, dei suoi snodi e degli elementi sia di continuità che di discontinuità in rapporto alle fasi dello sviluppo intellettivo psicologico e relazionale dei soggetti in formazione, si mette in discussione l’unitarietà di un percorso formativo  sottraendogli un anno.

Questo danneggerebbe  a nostro avviso,  in modo irreparabile la scuola dell’infanzia  e lo sviluppo complessivo di ciascun individuo,  con conseguenze ben più gravi  di quelle che si vorrebbe combattere, e  per diverse ragioni.

martedì 19 giugno 2012

Terremoto… come aiutare e come rendersi utili

Il terremoto in Emilia sembra non avere fine.
Dopo i due terremoti dei giorni passati, si vive sempre nell’emergenza.
Il quadro dei danni inizia a profilarsi nelle sue drammatiche caratteristiche: limitandoci al solo settore dei servizi per l’infanzia si contano già molti Asili Nido e Scuole dell’Infanzia inagibili. Oltre agli interventi radicali si preannuncia uno stillicidio di lavori per restauro e rimessa a norma.
Ma ben più grave del disastro materiale è lo sconvolgimento e il trauma che ha colpito e continua a tormentare bambini, ragazzi, adolescenti, famiglie, operatori.
Le persone che vivono sotto le tende, che lavorano nei campi con i bambini, che attivano i centri estivi sono i colleghi e gli amici che abbiamo incontrato nei nostri percorsi, con cui abbiamo discusso, lavorato, sorriso in tanti incontri. Ricordiamo anche come in tempi recentssimi li abbiamo avuti tra noi al Convegno nazionale di Montecatini.
È necessario un grande sforzo di partecipazione: gli emiliani non debbono sentirsi soli di fronte al disastro, ma devono poter contare sulla solidarietà, la prossimità e l’affetto di tutti i colleghi e di tutti gli italiani che hanno a cuore i problemi dell’infanzia.
Noi ci siamo!

mercoledì 13 giugno 2012

BOLOGNA, CAMBIANO LE REGOLE: CONTRIBUTI PIU' BASSI E POSSONO AZZERARSI

(DIRE - Notiziario minori) Roma, 12 giu. - Bologna, la giunta Merola rinnova le convenzioni con le materne paritarie, ma cambia le regole per tutto il resto del mandato amministrativo: il contributo a sezione passa da 12.000 a 10.000 euro ma il sistema prevede premi e sanzioni che possono portare anche all'azzeramento dell'aiuto da parte del Comune. Ad esempio, nel caso di rette troppo alte; ma verrà 'valutata' anche l'inclusione di bambini stranieri, disabili e anticipatari. La giunta non fissa per ora un finanziamento complessivo per le scuole private (lo scorso anno la quota stanziata è stata di un milione e 50.000 euro), ma modifica i requisiti necessari per ottenere il finanziamento da parte delle singole scuole. Ad esempio, "il contributo fisso di riduce in ragione della retta di frequenza alla scuola.

IN ASILI DI BORGOMANERO NON C'È POSTO PER IMMIGRATI, PRIMA GLI ITALIANI

SONO 40 I BAMBINI RIMASTI FUORI DALLE TRE MATERNE DEL CENTRO STORICO.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 12 giu. - Nelle tre scuole materne del centro storico di Borgomanero, in provincia di Novara, non c’è posto per una quarantina di bambini. E sono tutti stranieri. Il Consiglio di circolo ha infatti deciso di dare la precedenza agli alunni con cittadinanza italiana. Per gli altri, l'unica alternativa è quella di frequentare le scuole materne sparse nelle diverse frazioni del Comune. "Sono troppo lontane, non tutti possono accompagnare i figli in auto e finiscono per rinunciarvi" sottolinea Mbacke Khady, presidente dell'associazione Donne per l'integrazione, che sta sostenendo la battaglia delle famiglie i cui figli sono esclusi.
Una ventina di genitori, tra loro anche alcuni italiani, hanno scritto al Dirigente scolastico, Teresa Valsesia, per contestare la decisione di lasciare fuori dalla porta i bambini non italiani: è infatti in contrasto con gli articoli 2, 3 e 34 della Costituzione e con il dpr 394 del 1999 articolo 45 in cui prevede che "i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all'istruzione... nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani".

martedì 12 giugno 2012

Rabbia e dolore quando l’implicazione etica esplode: “Adesso basta, il bambino non si tocca!”

I Servizi Educativi e Scolastici per la fascia 0-6 anni possono essere luoghi di vita gioiosi e ricchi di importanti acquisizioni per tutti coloro che ne vivono, con ruoli diversi e con differenti gradi di consapevolezza, spazi e relazioni. A volte, però, questi microsistemi possono contenere elementi di grande sofferenza, a causa di chi pur all’interno di un ruolo istituzionale operativo, fosse carente dei prerequisiti necessari per svolgere con adeguatezza i compiti assegnati, non essendo previsti al momento dell’assunzione altri controlli che un semplice certificato di sana e robusta costituzione, insufficiente per impedire a persone con disturbi di tipo psicologico di accedere al sistema. Il legislatore, cosa gravissima, non ha pensato neppure ad istituire, in una fase successiva e ad ingresso già avvenuto, figure competenti a sollevare queste persone dal delicato incarico d’Istituto.

lunedì 4 giugno 2012

FANNO SCUOLA

Mentre disoccupati si avvelenano con il gas, operai si impiccano, pensionati si sparano e piccoli imprenditori si lanciano dalla finestra; mentre i lavoratori dei ceti più bassi muoiono come mosche della mancanza di rispetto per la loro umanità (che tale è la noncuranza in materia di sicurezza sul lavoro); mentre donne di tutte le età e le condizioni sociali crepano soffocate, battute, infilzate, fucilate per mano di uomini che almeno una volta hanno detto di amarle, è arrivato il terremoto a rendere tangibile l’avvicinarsi dell’apocalisse.
Anche prima dell’arrivo delle scosse, c’è stata una parola che ha cominciato a sollevarsi dalla catastrofe, questa parola è scuola.

giovedì 31 maggio 2012

Sezioni primavera: monitoraggio

Recentemente il MIUR ha presentato gli esiti del monitoraggio delle sezioni primavera. I dati, già pubblicati da alcuni mesi, sono stati ora rimessi a punto, integrati e commentati.

Già questa è una notizia. E una notizia positiva poiché le sezioni primavera sono una realtà di recente istituzione, sperimentale ed anche controversa. Importante perciò, oltre che doveroso, che l'amministrazione fornisca dei dati sui quali fondare analisi, dibattito e proposta.

Una discussione è senz'altro necessaria poiché il quadro che emerge dal monitoraggio presenta criticità rilevanti e, a onor del vero, in buona parte evidenziate anche nel commento del MIUR. Esse richiedono interventi urgenti e risolutivi poiché i tratta di garantire ai bimbi tra i due e i tre anni che ne hanno bisogno un servizio educativo di qualità, progettato e realizzato per rispondere alle loro esigenze.

Aver cura della prima infanzia: percorsi e luoghi della formazione

Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Convegno internazionale

Venerdì 27 – Sabato 28 aprile 2012

Nelle mattinate di venerdì 27 e sabato 28 aprile, presso la sede milanese dell’Università Cattolica, si è svolto il convegno internazionale Aver cura della prima infanzia: percorsi e luoghi della formazione, promosso dal Corso di Laurea Magistrale, interno alla Facoltà piacentina di Scienze della Formazione, in Progettazione pedagogica nei servizi per minori, con la collaborazione della rivista italiana “Bambini”.

Durante la prima giornata di studi, presieduta dalla professoressa Simonetta Polenghi, coordinatrice del succitato Corso di Laurea e direttrice del Dipartimento di Pedagogia, hanno relazionato diversi esperti coinvolti a vario livello nel settore dei servizi dedicati ai minori.

mercoledì 23 maggio 2012

Abbandonare la referenzialità

Per posta elettronica mi è arrivato l’invito ad una giornata studio, presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze:

“Qualità del nido e autoformazione riflessiva”

I risultati di una ricerca nei nidi gestiti da Arca Cooperativa sociale.

Ho sempre ritenuto fondamentale, per la mia professione, trovare tempo per il confronto e la (auto)formazione. Trattandosi di un sabato mattina ho deciso di partecipare.

Sinceramente il sottotitolo mi incuriosiva molto. Negli anni ho partecipato a molti convegni, promotori: comuni, pubbliche amministrazioni, università, fino ad ora mi era sfuggita una valutazione a tutto tondo di una cooperativa.

mercoledì 16 maggio 2012

Insegnare

“Ma lei si è fermato a maestro? Glielo chiedo,perché mia figlia ha proseguito ed è diventata professoressa”. Questo mi chiese un giorno una conoscente. Infatti oggi, nell’epoca delle lauree brevi e dei dottorati , fare il maestro significa essersi “fermato”. Quando però mi sono diplomato all’Istituto magistrale”C.Sigonio”era il luglio del 1968 e,  per l’epoca, il figlio di un falegname e di un’operaia che diventava maestro era segno che nello studio niente lo fermava. I prof delle medie dandomi la licenza avevano scritto che potevo continuare a studiare ai licei o alle magistrali. Tuttavia  in famiglia la discussione se farmi continuare  negli studi era stata sempre molto accesa. Alla fine delle medie era mio padre ad essere contrario, mentre alla fine delle magistrali era mia madre ad opporsi al mio ingresso all’università. Entrambe le volte, alla fine, prevalse la volontà di farmi continuare e di proseguire il riscatto sociale e culturale di una famiglia in cui mia madre passava per l’intellettuale, perché era riuscita a finire la quinta prima di essere mandata a lavorare in campagna, e mio padre invece aveva appena la terza elementare. L’avversione di mia madre per  l’università era dovuta esclusivamente a ragioni economiche: era ora che anch’io diventassi una voce in attivo nel bilancio familiare. Perciò, quando dopo pochi mesi dalla maturità venne bandito il concorso magistrale corsi subito a farlo.

venerdì 4 maggio 2012

L´altra faccia della riforma di Chiara Saraceno

Sotto silenzio passa il punto che tende a favorire l´inclusione delle donne nell´economia


Non c´è solo la modifica dell´articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (la disciplina sul licenziamento illegittimo) nel progetto di riforma del mercato del lavoro.
Ha ragione la ministra Elsa Fornero a lamentarsi di un´attenzione eccessivamente riduttiva rispetto al complesso della riforma. Allargando lo sguardo agli altri punti, aumenta tuttavia il numero degli aspetti problematici. Alcuni sono stati ricordati anche su questo giornale, primo fra tutti la persistente esclusione di molti lavoratori precari da ogni forma di ammortizzatore sociale. Ma ce n´è uno che è passato stranamente sotto silenzio. Riguarda il punto 7 della bozza del governo, dal titolo "interventi per una maggiore inclusione delle donne nella vita economica". Esso prevede tre distinti interventi.

giovedì 26 aprile 2012

Riforma del lavoro a spese delle donne e dei bambini: non è una novità

Riforma del lavoro a spese delle donne e dei bambini: non è una novità
Osservazioni sulla disposizione 7.3 Misure volte a favorire la conciliazione vita lavoro contenuta nella proposta “La riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”
Una nota del Gruppo Nazionale Nidi Infanzia
 
“Al fine di promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro, si intende disporre l'introduzione di voucher per la prestazione di servizi di baby - sitting. Le neo mamme avranno diritto di chiedere la corresponsione di detti voucher dalla fine della maternità obbligatoria per gli 11 mesi successivi in alternativa all'utilizzo del periodo di congedo facoltativo per maternità. Il voucher è erogato dall'INPS. Tale cifra sarà modulata in base ai parametri ISEE della famiglia. Le risorse a sostegno di questo intervento saranno reperite nell'ambito del già citato fondo per il finanziamento di interventi a favore dell'incremento dell'occupazione giovanile e delle donne.”

Edward mani di forbice si esercita sull'infanzia

Tempi grami per i servizi per l’infanzia: nell’impazzimento generale delle sforbiciate ovunque capiti, si stanno verificando incursioni che compromettono pesantemente la fascia zerosei. Nel decreto sulla riforma del lavoro compare una proposta di voucher per le mamme che sostituiscono parte del permesso di maternità con affidamento dei bimbi a badanti non meglio qualificate, nel Forum nazionale del PD ricompare la proposta di tagliare un anno alla Scuola dell’infanzia ottenendo con un colpo solo: di raggiungere il diploma superiore a 18 anni, non toccare le fasce di insegnanti più protetti, centrare senza colpo ferire gli obiettivi di Lisbona, darsi l’aria di occuparsi di scuola. Tutto questo ignorando brutalmente gli effetti sui bambini e distruggendo un sistema educativo (forse l’unico) che funziona bene in Italia e che andrebbe piuttosto valorizzato e sostenuto.
Se combiniamo le due mosse, otteniamo il risultato di ridurre la Scuola dell’infanzia a un servizio per bimbi da due a cinque anni (con buona pace dei tanti slogan sulla “prima scuola”) e svuotare il Nido voucherizzando il primo anno del bambino e passando i grandi alla Scuola dell’infanzia. E così non ci sono più problemi di costi perché non c’è più il servizio.
Le parole non bastano. Dobbiamo far sentire forte e viva la voce dei bambini, rifiutare una politica affidata ai nuovi Edward mani di forbice e riprendere una riflessione complessiva e organica su cosa debba essere il progetto e il percorso educativo che il nostro Paese desidera darsi per il bene dei bambini e per il suo futuro. 

giovedì 12 aprile 2012

®ESISTERE

Esistere si sa è duro di per sé,almeno nel senso di vivere. Infatti te ne capitano di tutte i colori fin dalla più tenera età. Certo, quelle che ti capitano da bambino magari, una volta diventato grande, ti fanno sorridere. Anche se questo non è vero per tutti i bambini,perché ce ne sono tanti nel mondo che non ci trovano niente da ridere nemmeno quando sono grandi,anche perché ad alcuni di loro capita proprio di non riuscire a diventare grandi e muoiono ancora bambini.

Comunque con un po’ di fortuna grande lo diventi. Ma quando? Dipende dal momento. A me ad esempio hanno detto che ero diventato grande a 14 anni. Oggi invece l’ISTAT considera giovani tutti i disoccupati anche fino a 35 anni.

Tanto che giovane è diventato sinonimo di disoccupato o precario.

Così sono per primi i giovani a parlare di vita precaria,che non dev’essere una gran bella esistenza. Infatti sono in mobilità permanente e anche nei rapporti personali sono molto flessibili: evitano di metter su famiglia e soprattutto di fare figli. Anche se molto più poi che prima, la gioventù passa e quando compi gli –anta tutti concordano sul fatto che sei un  adulto maturo. Talmente maturo che il lavoro,se l’avevi trovato, l’hai già perso e la famiglia ,se te l’eri fatta, si è già sciolta. A questo punto penseresti di cominciare a pensare alla pensione,ma è un’idea sbagliata. Vecchio sei proprio vecchio perché pensi ancora che dopo una esistenza di duro lavoro tu ti sia guadagnato il diritto alla pensione. Ma non è così “l’esistenza si è allungata”perciò devi stringere i denti (e la cinghia)e tirare avanti ancora per diversi anni.

E’ a questo punto che capisci che più che esistere ti tocca r-esistere.

Chi dice donna…

8 marzo 2012

“Chi dice donna,dice danno””donna al volante,pericolo costante”e via di questo passo,il pensiero maschile ha avuto modo di farsi strada nel “senso comune”.
Per fortuna non sento più ripetere queste gocce di “sapienza”nemmeno dagli appartenenti al mio stesso genere,perché in quanto a danni noi uomini non ci facciamo superare da nessuno e spesso facciamo del male proprio alle donne.
Stupri e violenze e di ogni tipo sono all'ordine del giorno e si ripetono con una regolarità quasi quotidiana. Già solo questo dovrebbe farci vergognare. Come se non bastasse ci facciamo compatire anche nei lavori domestici e nell'allevamento dei figli,dove il nostro contributo è praticamente assente. Non ci facciamo mancare nemmeno una forte discriminazione nei confronti delle donne per quanto riguarda gli stipendi,anche a parità di lavoro,e i ruoli dirigenziali e istituzionali. Pensare che è ormai dimostrato a livello statistico e scientifico che le giovani riescono meglio negli studi dei maschi e ottengono migliori risultati. Quella che fino a qualche anno fa era un'impressione che noi insegnanti avevamo in base alla nostra esperienza professionale, oggi è finalmente una verità sancita dalle statistiche e dai grafici del MIUR. Nel Parlamento italiano ci sono meno donne di molti paesi “in via di sviluppo”. A onore delle donne va ricordato che nell'attuale Parlamento sono diminuiti i laureati e sono aumentati gli indagati.
Quando venne eletto Obama mia figlia commentò:”Piuttosto di eleggere una donna,gli americani si sono visti costretti a fare presidente un nero!”Certo le cose stanno faticosamente cambiando,non lo nego. Vedo anch'io giovani papà portare a spasso i figli sulla carrozzina e uomini soli che fanno la spesa al supermercato.

NEVICA,GOVERNO LADRO!

1 febbraio 2012


D’inverno nevica. Quella che può sembrare una banalità meteorologica,al momento opportuno e cioè in presenza dei fiocchi,diventa una imprecazione. Se poi capita al mattino appena alzati,per insegnanti e genitori scatta la domanda di riserva:”La scuola sarà aperta o chiusa?”Nei secoli passati la domanda non si poneva : si andava a scuola e al lavoro sotto la neve. Oggi invece le previsioni già dal giorno precedente ti informano della possibilità di una nevicata;per cui alla sera stiamo ad ascoltare i TG locali se annunciano la chiusura delle scuole. Non sempre il Prefetto dichiara la chiusura perché i “tecnici” annunciano un miglioramento delle condizioni o perché i dirigenti scolastici temono che si sfori il numero minimo di giorni di lezione. Si chiuda o non si chiuda sui giornali e sulla rete si sprecano le imprecazioni dei genitori che hanno affrontato la” tempesta” di neve per accompagnare i figli a scuola e degli insegnanti che andando a scuola si sono ritrovati la classe semivuota per le assenze dei ragazzi.
Le proteste dei genitori sinceramente non le capisco. Tengono a casa i figli in tante occasioni,non sono capaci di decidere autonomamente,senza aspettare il Prefetto o il Sindaco se è il caso di portarli a scuola durante la nevicata?Malignamente penso che qualcuno non veda l’ora di liberarsi dei figli lasciandoli a scuola,ma le peripezie che devono affrontare nel traffico intasato dalla nevicata e le lamentele dei pargoli che vorrebbero starsene a casa  o addirittura in cortile a giocare con la neve (orribili dictu)li rendono nervosi e se la prendono con chi ha deciso l’apertura delle scuole.
Gli insegnanti invece li capisco ma non condivido le loro proteste per la mancata chiusura,per il semplice motivo che sono pagati per lavorare a prescindere dalle condizioni atmosferiche. Piuttosto a proposito di lavoro si potrebbe fare come mi raccontava mio padre che,dopo una nevicata,i disoccupati venivano chiamati a sgomberare i binari del treno dalla neve,con la disoccupazione giovanile al 31% una nevicata potrebbe anche oggi essere occasione per offrire lavoro non per fermarlo.

mercoledì 1 febbraio 2012

XVIII Convegno nazionale dei servizi educativi e delle scuole dell'infanzia

Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia e il Comune di Montecatini Terme, unitamente ai Comuni di Pistoia, San Miniato, Agliana e Monsummano organizzano il

XVIII Convegno nazionale dei servizi educativi e delle scuole dell'infanzia

DALLA PARTE DEL FUTURO
Risignificare parole e pratiche nei luoghi dell'infanzia

Montecatini Terme 29, 30, 31 marzo 2012
Palazzo dei Congressi - Viale Amendola 2

Il Gruppo Nazionale ha scelto la Toscana per svolgere il suo XVIII convegno nazionale in considerazione dello sforzo della Regione stessa di sostenere, estendere e qualificare i servizi educativi per la prima infanzia e generalizzare la scuola dell’infanzia.