martedì 20 novembre 2012

Razza di mascalzoni


Siamo l’unica specie vivente che maltratta e uccide i propri piccoli.
Forse qualche esperto zoologo potrebbe contraddirmi con esempi di animali che uccidono i piccoli. Ad ogni buon conto ecco alcuni titoli di giornali recenti
Trovato impiccato in bagno a 10 anni. Genitori separati non si esclude il suicidio.
Il bimbo uccide il papà nazista. Può essere giudicato un killer?
Continua la strage di bambini in Siria.

Padre separato porta via con la forza il figlio da scuola
E potrei continuare il lungo elenco.

Tralasciando i milioni di bambini che muoiono per fame o per malattie nel mondo.
Fingendo di non sapere che altri milioni, se sopravvivono, non solo non vanno a scuola, ma non possono nemmeno giocare perché debbono lavorare.
Un altro buon numero è il prodotto ricercato del commercio di persone, sarebbe meglio dire di schiavi a scopo sessuale, particolarmente redditizio tanto da superare per incassi il commercio di droga.
Guardando le foto dei bambini uccisi a Gaza mi è venuto da dire :
”E se fossero i vostri figli?” Non andrebbe molto meglio per loro! Certo forse chiedereste l’intervento dell’ONU. Ma già in rete è iniziata la disquisizione: “muoiono così tanti bambini perché vengono usati come scudi dai padri ”come se questo cambiasse qualcosa per la vita dei bambini, vorrebbe solo dire che, come da noi, i bambini devono guardarsi anche dai famigliari e non solo dai “nemici”. Bisognerebbe ricordarsi delle foto di oggi quando fra qualche anno, una di queste bimbette impaurite si metterà sotto agli abiti dell’esplosivo e andrà, sicura come un vecchio soldato, a portare la morte tra i nemici, mettendo fine alla propria vita…e noi sicuri nelle nostre tiepide case grideremo allo scandalo e la condanneremo. Il 20 novembre celebriamo la giornata internazionale dei diritti delle bambine e dei bambini, riempiendoci la bocca di vuote parole, quando non siamo nemmeno capaci di dare la cittadinanza, cioè ” il diritto ad avere diritti”, come disse Hanna Arendt, ai piccoli “stranieri”che sono nati nella nostra stessa casa.

Arturo Ghinelli

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