giovedì 30 agosto 2012

Pubblico e privato

Un discorso da fare, molto rapidamente, perché è stato un cavallo di battaglia della sinistra e delle organizzazioni dei suoi insegnanti, è quello sulla difesa della scuola pubblica, che ha automaticamente comportato, almeno fino a ieri, una generale ripulsa delle stesse organizzazioni nei confronti della scuola privata

Lo ripeto: la scuola pubblica è nata su due spinte concomitanti, la necessità da parte del capitale di avere, per lo sviluppo delle sue industrie, personale non analfabeta, e la pressione delle lotte socialiste affinché i figli del popolo potessero godere di un'istruzione pubblica, presa in carico dallo Stato. C'è un bellissimo saggio storico di Lamberto Borghi che ricostruisce da un lato l'acceso dibattito tra chi diceva che il popolo doveva avere le proprie scuole (il modello è quello inglese), gestite autonomamente, perché lo Stato non può che promuovere un insegnamento adeguato ai bisogni della borghesia che ne è al comando e secondo la sua impostazione ideologica, e dall'altro criticalo statalismo delle forze dominanti all'interno della sinistra, dalla Seconda Internazionale in avanti (Educazione e autorità nell'Italia moderna, La Nuova Italia).

mercoledì 29 agosto 2012

Distinguere pubblico e privato è soltanto il sintomo di una falsa coscienza

Fonte: D La Repubblica, 25 febbraio 2012

Quando si apre l'uscio di casa non si entra nella vita privata, per la semplice ragione che nessuna vita è "privata".


Non esiste la vita privata. Non può valere per i rapporti umani il concetto liberista che se un individuo sceglie per il suo meglio allo stesso tempo fa il bene della collettività. La nascita, che avviene dall'unione di due persone che generano una terza, non ha nulla di privato. La vita tra persone è una concatenazione di fatti. Si può vivere tralasciando gli effetti che le proprie azioni provocano sugli altri? Si può ignorare il dolore provocato?  "È la vita", si dirà, io invece credo di no. Non c'è vita se non ci si preoccupa degli altri. Se tutto è lecito in nome della libertà individuale io non voglio essere un uomo libero.  Non posso accettare queste regole, già dominanti ovunque, anche nei rapporti umani. La concezione del fridman, dell'uomo che mette al primo posto la libertà, non può esistere, tantomeno in amore, in coppie separate o divorziate, in coppie con figli, in famiglia. "È la mia vita", si urla in cucina in preda alla rabbia per affermare il diritto all'azione quando qualcuno mostra disaccordo. No, non vale. In amore non può valere.  Quando si è provato ad andare oltre se stessi, quando è venuto un figlio, quando lo si è progettato abbracciati sotto una coperta, non puoi più ritenere la tua libertà al di sopra di tutto.

Lettera firmata

Risponde Umberto Galimberti

La nozione di "vita privata" nasce come conseguenza del primato dell'individuo nei confronti della società. Un primato fondato e diffuso in Occidente dal cristianesimo che, dopo aver introdotto il concetto di "anima", intesa come principio dell'identità individuale, assegna alla salvezza dell'anima, che si raggiunge individualmente e non collettivamente, il primato rispetto a tutti gli altri scopi della vita: "Porro unum est necessarium serbare animam (l'unica cosa davvero necessaria è salvare l'anima)".

Ripartire dalle “ INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO”


La pubblicazione delle  nuove “Indicazioni nazionali per il curricolo” attiva in modo forte l’esigenza di individuare le parole chiave significative che  permetteranno di aprire squarci di orizzonti culturali e professionali per poter dare respiro al testo anche laddove risulta troppo succinto e riduttivo.
Soffermiamoci soprattutto sulla premessa.

Risulta infatti essenziale che venga recepita bene“ l’introduzione” al testo per non correre il rischio di dare precocemente un approccio disciplinare che, attirato dalla sequenza degli obiettivi, potrebbe indurci al medesimo errore che si è spesso compiuto in passato. 

Risulta più o meno esplicitata, tra le righe, un’idea di scuola che avevamo perso per strada e che ora stiamo riaffermando con forza: la scuola inclusiva che già le indicazioni Fioroni avevano salvato; la scuola che si fa motore di civiltà e democrazia, di diffusione di competenze di cittadinanza irrinunciabili; la scuola che si attiva per accogliere ed ospitare tutte le diversità ma che si oppone a che queste possano scivolare verso le disuguaglianze.

IMPARARE AD IMPARARE: EDUCARE L’INTELLIGENZA A SCUOLA

            Si tratta del titolo relativo al Convegno che venerdì 16 e sabato 17 marzo 2012 ha coinvolto quasi duecento insegnanti appartenenti alle scuole dell’infanzia e primarie del Piemonte e della Lombardia, interessate all’approfondimento di tematiche in ordine allo sviluppo cognitivo e metacognitivo del bambino; tale numero comprendeva anche molte insegnanti delle scuole dell’infanzia comunali di Torino e paritarie FISM della Provincia, tra cui una Coordinatrice di Zona. Il Convegno, organizzato dal CIRDA dell’Università di Torino e dalla Cooperativa Sistema Multiproposta, e svoltosi presso le sedi dell’Università di via Verdi  e via Plana, ha portato l’attenzione dei partecipanti sull’importanza di educare, fin dai primi anni di vita, i processi di comprensione nell’apprendimento, distinguendoli da quelli percettivi e linguistici, pur necessari e funzionali.

martedì 28 agosto 2012

I Comitati Genitori per la qualità del Nido

"Un futuro di qualità per i servizi educativi 0-6 anni: il contributo dei Comitati dei Genitori".

Ferrara, 9 settembre ore 17,30

Riteniamo che, alla luce della situazione critica che stanno attraversando gli enti locali e l'intero Paese, sia giunto il tempo di difendere con pervicacia la qualità (e quantità) dei nostri servizi educativi contro i tentativi da più parti evidenziati e sostenuti (più o meno convintamente) con provvedimenti di esternalizzazione o addirittura di chiusura, come se i servizi educativi rappresentassero "una zavorra troppo costosa" per le Pubbliche Amministrazioni. Il Governo d'altra parte non va per il sottile quando parla di questi servizi e del welfare in generale, come se si trattasse di un "lusso" al quale va posto rimedio. Le nostre Amministrazioni sono in grave difficoltà ed anche in una regione come l'Emilia Romagna si affronta il problema in chiave prevalentemente economico-finanziaria, come se la qualità di offerta educativa non riguardasse la crescita non solo delle nuove generazioni, ma di tutta una comunità, delle esperienze di ricerca e studio socio-psico pedagogico riconosciuto a livelli internazionali. Per questo vorremmo creare un forte gruppo di genitori delle diverse città per fare fronte comune e confrontarci sul che fare, come incidere sulle politiche locali e nazionali in misura più incisiva.

venerdì 3 agosto 2012

Il gioco

All’interno degli asili nido il gioco rappresenta una tra le principali attività nelle quali sono quotidianamente coinvolti i bambini.

L’intera giornata è scandita dall’alternanza dei momenti legati alla cura personale, come il pasto, il cambio ed il sonno e dalle attività ludiche più o meno strutturate. Talvolta il piccolo viene coinvolto in compiti predefiniti particolarmente stimolanti ed incalzanti nei quali assume una certa rilevanza la figura dell’educatrice che dirige le attività e favorisce l’acquisizione di nuovi apprendimenti, ma è anche estremamente importante che il bambino possa essere lasciato libero di giocare da solo e di sperimentarsi autonomamente in ciò che più desidera.