martedì 6 dicembre 2011

Gli anni di lotta delle donne per i nidi

Anche Ferrara ricorda, con diverse iniziative, il 40° della legge 1044 del 2 dicembre1971, la prima ed unica Legge sull’istituzione dei Nidi Pubblici nell’ambito delle manifestazioni regionali e nazionali . Come persona che ha diretto per diversi anni tutti i servizi rivolti all’infanzia, sinceramente spero e  mi auguro, che davvero non  si dimentichino le grandi lotte fatte dalle donne, in particolare  dall’UDI, per ottenere questi servizi di grande valore sociale, riproponendo a gran forza di non disperdere  il patrimonio di esperienze educative che hanno portato  il Nido a livelli di altissima qualità sul piano non solo della cura dei bambini e delle bambine, ma del loro apprendimento e della loro formazione. Da una ricerca  che sto conducendo  appunto sulla nascita e lo sviluppo dei servizi educativi a Ferrara,  emerge  quanto difficile e insidioso sia stato il cammino percorso  dai movimenti femminili  , in particolare a partire dal 1960 con la richiesta di scioglimento dell’ONMI (opera nazionale maternità e infanzia, di istituzione fascista).

venerdì 28 ottobre 2011

L'unico focus è sempre sui costi

Riprendiamo i dati di Cittadinanzattiva che confronta le rette tra le diverse città (ma sono le rette formali o evidenziano quanto realmente si paga dopo l'applicazione dell'ISEE, la determinazione delle fasce, le gratuità, ecc.)?.
Purtroppo resta sempre il dubbio di avere dei dati indivativi delle tendenze politiche delle Amministrazioni, ma che non rispecchiano la realtà, perché confontano delle proposte di costo e non i dati reali di quanto viene veramente pagato.
Detto ciò siamo d'accordo che è difficile conciliare il diritto del bambino all'educazione fin dalla nascita e le politiche tariffarie.
E se poi confrontassimo cosa costa il nido per ogni bambino frequentatnte con quello che costa l'Università per ogni frequentante? Iniziamo la guerra dei poveri?
ASILI COMUNALI PIÙ CARI AL NORD, 3.000 EURO SPESA ANNUA 

giovedì 27 ottobre 2011

La schizofrenia tra Europa e dimensione nazionale

Il Parlamento europeo lancia messaggi di impegno a favore dell'infaznia e dello sviluppo del welfare, prima con la Comunicazione sull'educazione nei primi anni di vita e ora con le misure a favore delle single.

Contemporaneamente a livello nazionale lo sport del taglio selvaggio sta dilagando. Forse qualcuno dovrebbe informare i nostri politici che sta succedendo qualcosa di strano. O non troviamo più un bambino che possa gridare che il re è nudo? (DIRE - Notiziario Minori)

GOVERNANCE, in Italia?

ARDEA, CARABINIERI SCOPRONO ASILO NIDO ABUSIVO 

8 BAMBINI TRA I 6 MESI E I 3 ANNI IN UN APPARTAMENTO. 

(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 25 ott. - Un asilo nido abusivo all'interno di un'abitazione privata di un stabile e' stato scoperto dai Carabinieri della tenenza di Ardea, alle porte della Capitale. A condurlo una coppia di coniugi italiani, un uomo di 40 anni e una donna di 27, che sono stati denunciati. Per accedere ai "servizi" dell'asilo, i genitori pagavano ai due "educatori", sprovvisti di qualsiasi titolo professionale per esercitare tale attivita', una retta mensile di 200 euro a bambino. Al momento del controllo scattato nell'appartamento, di soli 34 metri quadrati, dove di fatto la coppia viveva abitualmente, i Carabinieri hanno trovato 8 bambini di eta' compresa tra i 6 mesi ed i 3 anni. Non si esclude che all'asilo abusivo vi fossero iscritti altri bambini. L'immobile e' stato sequestrato.

(Wel/ Dire)

giovedì 6 ottobre 2011

Si può discutere la qualità?

Abituato a dire quello che penso all'ultimo CPP di Bologna mi sono sentito di esplicitare alcuni pensieri e preoccupazioni che credo siano abbastanza nelle menti dei miei colleghi ma che purtroppo non hanno sfogo in alcuna sede. Se uno guarda la situazione lavorativa dei miei colleghi in ambito regionale scopre che una bella fetta è a contratto determinato, dai “capannelli” fatti fuori dalle sedi formative si scopre che coloro che sono in queste condizioni non hanno la garanzia di essere confermati già dal prossimo anno. La crisi investe tutto il comparto: i servizi ed anche i pedagogisti. Se non si affronta il problema veramente, diciamo di petto, il rischio è che si continui a parlare dei compiti del pedagogista, del suo fondamentale ruolo in relazione alla qualità dei servizi e alla gestione degli stessi, della loro valutazione e progettualità pedagogica, e ad un certo punto il pedagogista non ci sarà più. O meglio, saranno in un numero talmente ridotto che i suoi compiti saranno stravolti.

Nell’infanzia di oggi c’è il Paese di domani. Servono più risorse e scelte di qualità

Il coordinamento nazionale delle politiche dell’infanzia e della sua scuola, nel quale sono rappresentati Sindacati e Associazioni nazionale della Scuola (AIMC, ANDIS, CIDI, FNISM, MCE, CISL, FLC CGIL,  SNALS- Confsal, UIL), prendendo spunto anche dalla recente comunicazione della Commissione Europea sui servizi per l’infanzia, ha diffuso un documento critico sulla situazione della Scuola dell’infanzia: “Occorre intervenire concretamente, dedicare risorse adeguate, mettere in campo tutte le sinergie necessarie a consolidare ed estendere su tutto il territorio nazionale la nostra scuola dell’infanzia”.

I punti critici che vengono evidenziati sono: la riduzione dell’orario di apertura sotto le 40 ore, gli anticipi, a riduzione della compresenza e della possibilità di lavorare in piccoli gruppi, la mancata sostituzione dei docenti assenti.

La conclusione è che la Scuola dell’infanzia sta diventando irriconoscibile.
Ne deriva un appello a una mobilitazione generale di tutti quanti siano interessati all’infanzia.

Qui il documento completo

mercoledì 5 ottobre 2011

Servizi di qualità, sostenibili e appropriati

Si è tenuto a Bologna il 29 settembre scorso il Convegno promosso dalla Regione Emilia Romagna, dal titolo “Di qualità, sostenibili e appropriati. I servizi per la prima infanzia, laboratorio di coesione sociale alla base del sistema di welfare”.
“Abbiamo avviato un percorso per rivedere il modello organizzativo dei servizi per la prima infanzia, in modo da venire incontro alle mutate esigenze della società, delle tipologie di famiglie e delle modalità di lavoro dei componenti delle famiglie, in primo luogo delle donne – ha ricordato l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . Vogliamo promuovere una riflessione sulle attuali condizioni dell’offerta, ricercando le forme per continuare a garantire i servizi educativi coniugando qualità e sostenibilità, anche promuovendo forme innovative e flessibili.

lunedì 26 settembre 2011

Il nido ai tempi della crisi

Elena Luciano, Università degli Studi di Parma

I servizi per l'infanzia italiani stanno vivendo un periodo di forte difficoltà, come se fossero attraversati da una bufera violenta che scuote, spinge, sbatte, tormenta e, attraverso un vento forte e polveroso, mette a dura prova la loro stabilità, resistenza e capacità di rinnovamento, nonché la progettualità e la professionalità di coloro che a vario titolo vi operano.

Il nido è in crisi e non certo perché ideologicamente, provocatoriamente e senza alcuna problematizzazione di ordine pedagogico viene talvolta attaccato in funzione di un ritorno, da parte delle donne, a una vita fatta di latte, figli e premure domestiche. Risale a quaranta anni fa il primo strumento legislativo italiano – la legge n. 1044 del 6 dicembre 1971 – volto a trasferire la cura e la tutela del bambino dalla famiglia alla comunità, attraverso una programmazione dei servizi sociali con un diretto appoggio delle Regioni e degli enti locali: nel quadro di un sistema di sicurezza sociale, il nido nasceva come risposta ai bisogni di supporto espressi dalle famiglie con genitori impegnati professionalmente. Tale risposta era allora intrisa di dubbi sulla validità di un'educazione collettiva precoce e sugli effetti negativi dell'allontanamento dei bambini dalle loro principali figure di riferimento.

venerdì 23 settembre 2011

E se provassimo a darci un taglio?

Un'estate di manovre finanziarie e non sembra ancora finita. Interventi pesanti, resi necessari da una crisi che certamente deve essere superata senza sfasciare del tutto l'Italia. Su questi temi, molti sono intervenuti, anche con grande competenza. Noi vorremmo sollecitare uno sguardo diverso. Che cosa possiamo imparare anche da questo passaggio? Quali riflessioni e quali comportamenti possiamo utilmente sviluppare? All'origine delle decisioni politiche viene assunto come assioma che è necessario tagliare la spesa pubblica, che dobbiamo ridurre le spese per i servizi sociali ed educativi, che dobbiamo dare più spazio al privato, che tutto deve essere ricondotto entro parametri di compatibilità. Ma dove sta scritto che queste regole siano certe e indiscutibili? Chi ha stabilito che così deve essere in assoluto? Chi decide dove si colloca la compatibilità? All'origine delle decisioni o solo a valle quando si tratta di spartirsi le briciole?

Forse è arrivato il momento di porsi seriamente la questione se sia veramente utile continuare a consumare energie per salvare le rovine dell'esistente e per cercare di difendere “quel che resta” o se non è il momento di ripartire da capo, di porci il problema di cosa non va all'origine per poi affrontare i problemi a valle in un'ottica rinnovata che apra nuove prospettive e non ci riconduca ogni volta al punto in cui ci ritroviamo inesorabilmente da decenni: a tagliare, a penalizzare, a imbarbarire le convivenze.