mercoledì 29 agosto 2012

Ripartire dalle “ INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO”


La pubblicazione delle  nuove “Indicazioni nazionali per il curricolo” attiva in modo forte l’esigenza di individuare le parole chiave significative che  permetteranno di aprire squarci di orizzonti culturali e professionali per poter dare respiro al testo anche laddove risulta troppo succinto e riduttivo.
Soffermiamoci soprattutto sulla premessa.

Risulta infatti essenziale che venga recepita bene“ l’introduzione” al testo per non correre il rischio di dare precocemente un approccio disciplinare che, attirato dalla sequenza degli obiettivi, potrebbe indurci al medesimo errore che si è spesso compiuto in passato. 

Risulta più o meno esplicitata, tra le righe, un’idea di scuola che avevamo perso per strada e che ora stiamo riaffermando con forza: la scuola inclusiva che già le indicazioni Fioroni avevano salvato; la scuola che si fa motore di civiltà e democrazia, di diffusione di competenze di cittadinanza irrinunciabili; la scuola che si attiva per accogliere ed ospitare tutte le diversità ma che si oppone a che queste possano scivolare verso le disuguaglianze.

Insieme all’idea di scuola appare in più punti anche l’idea della classe come gruppo cooperativo, dove si rende operante l’aiuto reciproco, in una visione comunitaria dell’apprendimento, in un contesto di relazione di cura.

Un’altra idea che va esplicitata è quella di bambino, il quale non appare più spinto in pista precocemente da genitori frenetici e narcisisti ma viene seguito secondo i suoi tempi perché acquisisca senz’altro delle competenze, delle autonomie, il primo impianto di cittadinanza, ma viene anche preso in considerazione per la maturazione di una identità “forte” e coesa, in grado di resistere agli urti della postmodernità. Bambino, e poi preadolescente, che riesca in questo percorso difficile di crescita ad essere compreso anche nella sua ricerca di senso.  Un’idea di bambino che sa rapportarsi alle diversità e che è sensibile alla lotta al pregiudizio e al dogmatismo, che sa prendersi cura di sé e degli altri e che diventa presto attento anche alla cura dell’ambiente.

Un’altra idea implicita ma che appare chiarissima attraverso una attenta lettura della premessa, soprattutto del paragrafo “Ambiente per l’apprendimento”, è quella della matrice teorica di riferimento della psicologia dell’apprendimento scolastico.
Si tratta dell’approccio socioculturale interattivo vigotskiano, deducibile in modo chiaro e netto anche dall’ultimo testo ufficiale, attraverso i riferimenti alla valorizzazione delle esperienze e delle conoscenze precedenti, all’incoraggiamento per l’apprendimento collaborativo,(quello tra pari, l’aiuto reciproco, l’apprendimento cooperativo); ma soprattutto per l’accento posto sui contesti dove hanno luogo attività laboratoriali su cui “gli alunni vengono coinvolti nel pensare-realizzare-valutare lavori condivisi “ e in cui la problematizzazione sollecita la messa in discussione delle conoscenze già elaborate.
Il riferimento non dovrebbe essere più alla programmazione lineare per obiettivi da raggiungere ma alla progettazione reticolare per co-costruire conoscenze ed alla progettazione per competenze.

Ma avremo tempo e occasioni per approfondire la riflessione.

Cinzia Mion

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