giovedì 12 aprile 2012

Chi dice donna…

8 marzo 2012

“Chi dice donna,dice danno””donna al volante,pericolo costante”e via di questo passo,il pensiero maschile ha avuto modo di farsi strada nel “senso comune”.
Per fortuna non sento più ripetere queste gocce di “sapienza”nemmeno dagli appartenenti al mio stesso genere,perché in quanto a danni noi uomini non ci facciamo superare da nessuno e spesso facciamo del male proprio alle donne.
Stupri e violenze e di ogni tipo sono all'ordine del giorno e si ripetono con una regolarità quasi quotidiana. Già solo questo dovrebbe farci vergognare. Come se non bastasse ci facciamo compatire anche nei lavori domestici e nell'allevamento dei figli,dove il nostro contributo è praticamente assente. Non ci facciamo mancare nemmeno una forte discriminazione nei confronti delle donne per quanto riguarda gli stipendi,anche a parità di lavoro,e i ruoli dirigenziali e istituzionali. Pensare che è ormai dimostrato a livello statistico e scientifico che le giovani riescono meglio negli studi dei maschi e ottengono migliori risultati. Quella che fino a qualche anno fa era un'impressione che noi insegnanti avevamo in base alla nostra esperienza professionale, oggi è finalmente una verità sancita dalle statistiche e dai grafici del MIUR. Nel Parlamento italiano ci sono meno donne di molti paesi “in via di sviluppo”. A onore delle donne va ricordato che nell'attuale Parlamento sono diminuiti i laureati e sono aumentati gli indagati.
Quando venne eletto Obama mia figlia commentò:”Piuttosto di eleggere una donna,gli americani si sono visti costretti a fare presidente un nero!”Certo le cose stanno faticosamente cambiando,non lo nego. Vedo anch'io giovani papà portare a spasso i figli sulla carrozzina e uomini soli che fanno la spesa al supermercato.

Ma la strada verso una completa emancipazione femminile e una autonomia maschile è ancora molto lunga e credo che ,anche in questo caso,ogni speranza di un vero cambiamento sia riposta nella educazione e nella istruzione. Infatti non sto parlando di un'eguaglianza di facciata “siamo tutti uguali”. Uomini e donne non sono affatto uguali per fortuna,ed è su questa disuguaglianza che si fonda il genere umano. Ogni genere ha delle proprie peculiarità che non vanno cancellate. Non si tratta di darsi come obiettivo una omologazione forzata che spesso è potuta accadere dando risultati quantomeno discutibili. Come mi ricordavano le mie colleghe:”Tu che vorresti una donna presidente della Repubblica,dimentichi che la Moratti e la Gelmini sono donne e la politica non è cambiata””Anche il ministro degli esteri israeliano(Tzipi Livni) era una donna,ma non ha fatto al pace coi palestinesi,anzi…”. Si tratta piuttosto di perseguire una effettiva realizzazione dell'articolo 3 della nostra Costituzione,educando le nuove generazioni alla formazione della piena umanità in tutti i suoi generi e aspetti. Una vera e propria educazione interculturale che possa formare un uomo e una donna nuovi e che veda prevalere gli aspetti migliori di ciascuno nei comportamenti sociali.
I primi ad avvantaggiarsi di questa rivoluzione culturale naturalmente sarebbero i bambini,sempre alla mercé dei capricci e dei comportamenti degli adulti. Se riuscissimo a diventare con i nostri comportamenti quotidiani esempi credibili ai loro occhi,una volta diventati grandi i bambini saprebbero come si fa a rispettare e ad amare una donna o un uomo,in una parola sarebbero promossi esseri umani.
Questo l'hanno capito molto bene le donne della mia città,Modena,che tutte,dall'Assessore,alle maestre,alle mamme stanno difendendo con le unghie e coi denti le scuole dell'infanzia comunali come bene comune,in una città in cui tra i DOC non c'è solo l'aceto balsamico,lo zampone,il cotechino e il lambrusco ma ci sono anche da lungo tempo le scuole per i bambini da zero a sei anni. Le donne stanno mettendo a tacere chi chiede le privatizzazioni e sono pronte a prendere in mano le nostre scuole,entrando a far parte,come genitori,di fondazioni che potranno gestirle direttamente. Scendono in campo anche le donne immigrate in difesa dei loro bambini,che sono nati nel nostro paese ma non hanno diritto alla cittadinanza,che come ha detto una grande donna,Hannah Arendt,”è il diritto di avere dei diritti”.
Il diritto ad avere dei diritti è proprio quello che stanno facendo le donne del nostro paese,stanno lottando per avere la piena cittadinanza,non una cittadinanza precaria che impedisce a molte giovani donne di mettere al mondo dei figli perché non sono certe di poter assicurare loro un futuro. Il futuro è donna!
Arturo Ghinelli

Nessun commento:

Posta un commento