giovedì 12 aprile 2012

NEVICA,GOVERNO LADRO!

1 febbraio 2012


D’inverno nevica. Quella che può sembrare una banalità meteorologica,al momento opportuno e cioè in presenza dei fiocchi,diventa una imprecazione. Se poi capita al mattino appena alzati,per insegnanti e genitori scatta la domanda di riserva:”La scuola sarà aperta o chiusa?”Nei secoli passati la domanda non si poneva : si andava a scuola e al lavoro sotto la neve. Oggi invece le previsioni già dal giorno precedente ti informano della possibilità di una nevicata;per cui alla sera stiamo ad ascoltare i TG locali se annunciano la chiusura delle scuole. Non sempre il Prefetto dichiara la chiusura perché i “tecnici” annunciano un miglioramento delle condizioni o perché i dirigenti scolastici temono che si sfori il numero minimo di giorni di lezione. Si chiuda o non si chiuda sui giornali e sulla rete si sprecano le imprecazioni dei genitori che hanno affrontato la” tempesta” di neve per accompagnare i figli a scuola e degli insegnanti che andando a scuola si sono ritrovati la classe semivuota per le assenze dei ragazzi.
Le proteste dei genitori sinceramente non le capisco. Tengono a casa i figli in tante occasioni,non sono capaci di decidere autonomamente,senza aspettare il Prefetto o il Sindaco se è il caso di portarli a scuola durante la nevicata?Malignamente penso che qualcuno non veda l’ora di liberarsi dei figli lasciandoli a scuola,ma le peripezie che devono affrontare nel traffico intasato dalla nevicata e le lamentele dei pargoli che vorrebbero starsene a casa  o addirittura in cortile a giocare con la neve (orribili dictu)li rendono nervosi e se la prendono con chi ha deciso l’apertura delle scuole.
Gli insegnanti invece li capisco ma non condivido le loro proteste per la mancata chiusura,per il semplice motivo che sono pagati per lavorare a prescindere dalle condizioni atmosferiche. Piuttosto a proposito di lavoro si potrebbe fare come mi raccontava mio padre che,dopo una nevicata,i disoccupati venivano chiamati a sgomberare i binari del treno dalla neve,con la disoccupazione giovanile al 31% una nevicata potrebbe anche oggi essere occasione per offrire lavoro non per fermarlo.
Il fatto è che oggi l’atteggiamento dei cittadini è cambiato,nessuno fa più la “rotta”davanti a casa,si aspetta che qualcuno la faccia. Quello che più mi addolora è che tra insegnanti e genitori in quanto educatori non riescano a trovare dei comportamenti che,senza nulla togliere ai bambini,non ledano la loro dignità di lavoratori ed educatori. Mi piace ricordare che il giorno in cui le BR rapirono Aldo Moro(18 maggio 1978,praticamente un secolo fa!)noi insegnanti abbiamo chiuso le scuole e siamo andati in piazza a protestare contro i terroristi,ma abbiamo aspettato che i genitori venissero a prendere i bambini. Consegnato l’ultimo bambino io e mia moglie,entrambi insegnanti a Carpi,siamo andati a prendere nostra figlia al nido comunale a Modena. Paola era l’ultima bambina rimasta ancora a scuola,ma la maestra era rimasta lì con lei che ci aspettava. Perché la maestra era rimasta,anche se fuori c’erano le piazze in subbuglio?Grazie,maestra!La maestra rispose come fa di solito Fazio quando Montalbano lo ringrazia:”Dovere,(commissario)”. La prossima nevicata,prima di lamentarci per la mancata chiusura delle scuole,pensiamo come insegnanti che se la scuola è quella cosa che può essere chiusa per due fiocchi di neve,non è poi ritenuta così importante dai genitori e dai cittadini. E’ meglio che le scuole siano chiuse per non intralciare inutilmente il traffico cittadino!
Perché non chiudiamo anche gli ospedali in caso di nevicata? Anche gli ospedali e gli ambulatori producono traffico aggiunto eppure il signor Prefetto non li chiude,perché sono indispensabili in quanto unici. Gli insegnanti invece  non sono indispensabili. Per essere insostituibili,occorre essere diversi,come diceva Coco Chanel. Meditate gente,meditate.

Arturo Ghinelli

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