lunedì 16 febbraio 2015

Riforme in corso - Gennaio 2015. QUALITA' DEI SERVIZI, QUALITA' DEL LAVORO

di Caterina Segata,
responsabile area infanzia, Cooperativa sociale Società Dolce


La qualità dei servizi educativi è connessa in modo imprescindibile alla qualità del lavoro di chi nei servizi opera. Questa convinzione ci ha portato a inserire nei nove punti della Carta della qualità di Crescerete un punto dedicato al contratto di lavoro che le cooperative sociali sono tenute a rispettare dal 1991: “L’applicazione del CCNL garantisce un corretto inquadramento professionale a tutti gli operatori e, oltre al rispetto dei diritti previsti in esso, contribuisce a definire l’identità lavorativa e sociale degli educatori per la prima infanzia in un contesto di riferimento nazionale” (“Applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro”, Carta della qualità dei servizi educativi Legacoopsociali).




Le cooperative sociali, in quanto cooperative di produzione lavoro, si avvalgono nello svolgimento della propria attività prevalentemente delle prestazioni dei soci (artt. 2512 e 2513 del Codice Civile). Ai soci e ai dipendenti (i lavoratori non soci) le cooperative garantiscono il rispetto del contratto collettivo nazionale, mentre ai soci lavoratori, oltre al ristorno (quando possibile), le cooperative sociali riconoscono condizioni di miglior favore rispetto ai dipendenti, che si concretizzano in diverse forme come, ad esempio, l’integrazione al 100% dell’indennità di maternità prevista dall’INPS (80% della retribuzione).
Oltre alle condizioni di miglior favore, la cooperazione sociale garantisce a soci e dipendenti stabilità dei rapporti di lavoro investendo nella formazione continua del personale, imprescindibile per garantire continuità educativa e professionalità nei servizi all’infanzia.
Quanto detto si collega ai costi dei servizi educativi per l’infanzia e alle diverse aziende che operano in questo ambito: pubbliche, private non for profit come le cooperative sociali e private for profit. Sono state svolte molte ricerche, sia a livello nazionale che regionale, sui costi dei servizi e sulla differenza tra le gestioni pubbliche dirette, le gestioni pubbliche indirette (affidate in prevalenza alla cooperazione sociale) e le gestioni private.
Tutti gli studi a nostra disposizione evidenziano in primis che i servizi educativi sono, come tutti i servizi alla persona, “costosi” e, in secondo luogo, che i servizi gestiti direttamente dagli Enti locali (in prevalenza le Amministrazioni comunali) hanno un costo superiore di circa un terzo rispetto alle altre tipologie di gestione.
Potremmo dire che questa differenza è imputabile tout court ai diversi contratti nazionali di lavoro ma questa è una semplificazione; infatti il differenziale retributivo tra, ad esempio, il contratto degli Enti locali e il contratto delle cooperative sociali si è negli anni ridotto fino a rappresentare oggi meno del 15%.
Dobbiamo quindi trovare altre ragioni che sono riconducibili a diverse dinamiche che incidono sul costo del lavoro, quali la flessibilità e la produttività che è, tra le altre cose, messa in luce dal monte ore settimanale dei lavoratori a tempo pieno e dalle settimane lavorative annue, oltre ai costi determinati dalle assenze del personale.

1 commento:

  1. La differenza dei costi la fa anche la pappa! I nidi comunali hanno molto spesso cucine interne, i servizi a gestione indiretta molto di raro.
    Domanda: le cucine sono un privilegio o aggiungono qualità al servizio? ce le possiamo ancora permettere?

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