giovedì 21 maggio 2015

Pensieri senza frontiere - Aprile 2015. LA MIA ESPERIENZA MONTESSORIANA IN CANADA

di Silvia Talamonti
Psicologa ed educatrice

A volte stento ancora a crederci, ma sono passati ormai due anni da quando ho deciso di intraprendere un cambiamento personale e professionale che mi ha portato a Vancouver, sulla costa occidentale del Canada.


In questa città, ho avuto l’opportunità di lavorare presso una scuola Montessori con bambini di fascia d’età tra 3 e 6 anni. Uno degli aspetti che mi ha conquistata profondamente fin dall'inizio è stata la naturale sensibilità multiculturale che permea questa città e tutto il Paese in generale. Si percepisce immediatamente un sentimento radicato, profondo e sincero di accettazione dell’altro, in un’atmosfera condivisa di differenze etniche, culturali, religiose e linguistiche. Ovviamente non mancano le difficoltà. Mi viene da sorridere se penso a quando cerco di interagire, in inglese, con i nuovi bambini arrivati a scuola, che invece mi rispondono con lunghi discorsi in cinese o vietnamita, convinti che io li possa capire. L’adattamento linguistico avviene giorno per giorno, di pari passo con le attività per lo sviluppo cognitivo e sociale.
Per fare un piccolo confronto, se in Italia esiste un forte senso della famiglia, qui raramente si mangia insieme a casa, non è fondamentale ritrovarsi per le feste e quanto prima possibile si esce dal nucleo familiare e si inizia la propria vita indipendente. Ma è proprio l’indipendenza il fine delle esperienze formative che quotidianamente proponiamo a scuola durante l’attività didattica. Il gruppo è infatti costituito da bambini di età mista e ciò consente un’ampia flessibilità di apprendimento: i bambini più piccoli possono osservare le attività di quelli più grandi, mentre i più grandi possono aiutare i più piccoli nell’esercizio di abilità che hanno acquisito prima di loro.
Durante la giornata ognuno può scegliere il materiale che preferisce secondo i propri ritmi e tempi. Ogni attività, preparata con oggetti a misura di bambino, è caratterizzata dal “fare con le mani” perché, come diceva Maria Montessori, mano e mente vanno di pari passo. Inoltre, considerando che la grande quantità di informazioni, dirette e indirette, che un bambino recepisce in questi anni, derivanti dall’ambiente esterno attraverso i sensi, il materiale è creato proprio in base all’uso possibile di vista, udito, tatto, olfatto e gusto. Gli ambienti sono accoglienti, luminosi, ordinati e facilmente fruibili, in modo da incoraggiare il bambino a sperimentare gli strumenti a sua disposizione. Il materiale è suddiviso secondo diverse aree tematiche. Si possono infatti sperimentare le attività della vita pratica, che rispondono al bisogno di movimento finalizzato a uno scopo rea­le come lavarsi le mani, vestirsi e avere cura delle piante. In più, a disposizione dei bambini c’è il materiale del linguaggio, della matematica, della musica e del disegno.
In sintesi, l’insegnante, nel contesto di un ambiente così strutturato, si limita alla mediazione tra bambino e ambiente, guidando il piccolo nella scoperta delle proprie potenzialità personali, senza mai imporsi o sostituirsi a lui.

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