martedì 30 settembre 2014

Pensieri in libertà - settembre 2014. LA TEORIA DEL GENERE E I GENITORI INTEGRALISTI

Cinzia Mion

Psicopedagogista, psicologa e formatrice; già dirigente scolastica e già componente della Commissione Pari Opportunità donna-uomo del Ministero della Pubblica Istruzione



Educare alla differenza di genere dovrebbe rientrare nell’educazione di base che contribuisce alla maturazione dell’identità di ogni soggetto, per creare le fondamenta del processo indispensabile a diventare uomini e donne. Per tale motivo è essenziale che genitori e insegnanti diventino consapevoli del rischio di praticare gli stereotipi di genere più diffusi, che sono spesso quelli più scontati e insidiosi perché considerati “naturali”.
Diventa quindi importante e urgente creare uno spazio di riflessione con chi ha ruoli educativi, attraverso una formazione a tappeto di docenti ed educatori, a partire da quelli del nido.




A tale proposito la L.128/2013 – risultato della trasformazione del decreto 104/2013, noto come provvedimento “Ripartire dalla scuola” della Ministra Carrozza – reintroduce l’obbligo della formazione per i docenti limitatamente ad alcune aree tra cui “l’incremento delle competenze relative all’educazione all’affettività e al rispetto delle diversità e delle Pari Opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere, in attuazione di quanto previsto all’articolo 5 del Decreto 2013 n. 119” (meglio nota come legge sul femminicidio).

La legge è chiara e non permette ambiguità eppure da allora in poi si sono manifestati due fenomeni particolari: la quasi generalizzata ignoranza da parte degli operatori della scuola del dettato della legge (la maggior parte cade dalle nuvole) e la contagiosa opposizione da parte dei genitori integralisti di qualsiasi iniziativa che parli di “genere”.
Aveva iniziato l’Avvenire (il giornale dei vescovi) ad allertarsi e a parlare della teoria-del- genere come di una scandalosa teoria che potrebbe legittimare chissà quali nefandezze in quanto ha il coraggio di affermare che non c’è un legame biunivoco tra sessualità biologica e identità sessuale…
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A queste osservazioni aveva risposto la nuova Ministra Giannini, difendendo la scelta della legge anche quando la stampa ha riportato la prima sollevazione di alcuni genitori per la lettura di un passo del libro “Sei come sei”, testo di Melania Mazzucco, consigliato dai docenti del Liceo Giulio Cesare di Roma perché considerato stimolo e occasione di confronto intorno alla tematica dell’omosessualità e alle cosiddette “famiglie arcobaleno”.
Qualcuno afferma che il Vaticano si è inventato “la teoria del genere” (convegno Habemus gender”) per opporsi a qualsiasi affermazione che possa in prospettiva minare alla base la famiglia tradizionale.
Un po’ alla volta si è diffuso tra i genitori (AGESC, MOIGE, e altre associazioni come il movimento “Giuristi per la vita”) l’allarme rispetto alla formazione summenzionata dei docenti che da un certo punto in poi ha ricevuto uno stop anche dal Sottosegretario G. Toccafondi!
A essere presa di mira è stata anche la lotta agli stereotipi con motivazioni talmente ridicole e reazionarie da indurre alcune domande: ma cosa si vuole da parte del mondo reazionario integralista? Si vuole negare che l’identità di genere passa attraverso l’accettazione psicologica di quella biologica? Che non esiste nessuna disforia di genere? Che non esistono sulla faccia della terra transgender e transessuali? Che non esistono altri due orientamenti naturali di genere oltre all’eterosessualità che si chiamano omosessualità e bisessualità? Che queste sarebbero scelte viziose o malattie? Che bisognerebbe avallare lo stereotipo maschilista per cui nella coppia l’uomo comanda e la donna obbedisce? Che non importa se questi stereotipi sono alla base di un’asimmetria relazionale pericolosa che può portare alla violenza e al femminicidio? Che non è corretto condannare l’omofobia e il bullismo omofobico perché altrimenti non si rispetta la libertà di pensiero?

I genitori delegano alla scuola tale tematica molto volentieri tranne poi ribellarsi e scattare lancia in resta se la scuola parla senza infingimenti. Il più delle volte i genitori integralisti non desiderano l’educazione alla sessualità dei loro figli, ma della sessualità. Pensano in prospettiva al controllo di questa dimensione dell’esistenza dei loro figli non ad una esperienza serena, gioiosa e felice di questo aspetto, così determinante nel vissuto di ogni persona.

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