venerdì 23 gennaio 2015

Pensieri senza frontiere - novembre 2014. E SE CI PROVASSIMO DAVVERO?

Angelo Campana
Educatore professionale, Dottore in Scienze dell’educazione


La mia avventura al “Girotondo”, una realtà bilingue (0-6 anni) di Monaco di Baviera, è cominciata grazie alla voglia di avventura. Un viaggio verso una direzione completamente inattesa! Dalla fine forzata di un cammino italiano, a un inizio scelto, senza troppe certezze, in un Paese del quale non conoscevo nemmeno la lingua.



Cosa succede se provo a cambiare modalità del mio fare quotidiano proprio mentre vivo importanti relazioni? Cosa posso proporre di nuovo, di differente, oppure solito, abituale, ma in un modo completamente altro rispetto all’ordinario? Cosa succede se provo a camminare ancora un po’, per scoprire cosa c’è dietro a quest’ultima collina, se valico quest’altro confine? Che cosa mi insegnano i passi compiuti fino a oggi perché anche il domani abbia un buon sapore e possa dirmi qualcosa di significativo? Sono proprio le domande, le questioni nuove e le sfide da accettare che devono metterci in gioco.
Io non so se ho fatto la scelta giusta ma di sicuro ho scelto di non stare fermo. Arrivati a un momento in cui il cambiamento è maturo o, come nel mio caso, imposto, è veramente insensato attendere che le cose cambino da sole. Questa è la prima cosa che ho visto stando al di là delle Alpi, oltre un confine geografico che non deve divenire una barriera invalicabile, bensì un luogo dal quale aver voglia di sbirciare. Avere la voglia e la forza di provare a cambiare situazioni, che da troppo tempo non ci lasciano che amaro in bocca, deve divenire uno scopo primario per chi si occupa di educazione. Il rischio, invece, è quello di fermarsi immobili e trovare giustificazioni perché la nostra quotidianità ci appaia comunque accettabile. Anche se con tutti noi stessi capiamo che le cose non stanno così!
Porsi domande, aprire porte, superare barriere (troppe volte solo mentali) che limitano e che impediscono la relazione e la comunicazione vera, saporita, coinvolgente, deve divenire l’esercizio quotidiano... Come cercare risposte, non quelle giuste, non quelle che gli altri vogliono sentirsi dire, ma quelle che fanno proprio al caso nostro, in quel momento, con quel panorama di fronte agli occhi, circondati e immersi in quella particolare circostanza, influenzati e coinvolti dalle persone che ci stanno intorno. La forza e le motivazioni si possono trovare proprio nel non smettere di chiedersi: e se ci provassi? Se provassi a cambiare qualcosa? Non fanno forse così i bambini e le bambine al di là di ogni confine geografico (convenzione “adultamente” culturale)?
E le risposte migliori, quelle più spendibili nel contesto che ci circonda, non le dobbiamo trovare per noi adulti, magari poco propensi a scommettere su noi stessi, ma proprio per le piccole persone che accompagniamo. Per avere ancora la forza di credere nel futuro.

I 100 linguaggi dei bambini. Le infinite possibilità di espressione. Le mai definibili forme attraverso le quali si svela la conoscenza. Un sistema olistico, che arriva alla conoscenza senza dividere niente, ma continuando a provare, a sperimentare. A porsi domande.

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