martedì 17 maggio 2016

Doppio punto di vista - Aprile 2016. IL PROCESSO DI DOCUMENTAZIONE

Di Claudia Ottella


L’anno educativo si appresta a volgere al termine e nei servizi si fa strada l’urgenza di documentare e rendere visibili i percorsi di apprendimento che hanno attraversato la vita di scuole e nidi.



Se consideriamo il processo di documentazione dal doppio punto di vista, gli interrogativi che sorgono possono riguardare la funzione e la forma che a esso viene attribuita ma soprattutto l’angolazione da cui decidiamo di rendere esplicita la pratica quotidiana.

Il punto di vista dei servizi
Se l’educazione è un progetto che muove dall’intenzionalità, la documentazione è la dichiarazione di quali sono i valori che attraversano le nostre azioni. È un impegno per l’intero servizio, deve offrire uno sguardo approfondito sui bambini e sulle loro esperienze di apprendimento, sui processi attraverso cui queste si sono articolate e sugli spazi in cui hanno avuto luogo. Documentare è una forte responsabilità educativa perché racconta chiaramente qual è il bambino che abbiamo in mente (E. Luciano, “Il bambino che ho in mente”, in M. Carr, Le storie di apprendimento. Documentare e valutare nei servizi per l’infanzia, Edizioni Junior-Spaggiari Edizioni, Parma, 2012). In questo senso sembra quasi scontato dire che l’attività di documentazione dovrebbe essere frutto di un processo di riflessione del gruppo di lavoro, che dia realmente visibilità alla mappa condivisa che orienta le azioni educative. In realtà occorre porre molta attenzione, perché non si tratta solo di descrivere e raccontare ma di saper attribuire valore alle complessità dei percorsi, di dare rilievo alla multiformità delle dinamiche. Documentare, dunque, in questo senso richiede che i servizi sappiano esercitare sguardi e fornire prospettive in un’ottica non solo informativa, ma capace di restituire “trame e orditi delle diverse esperienze che il bambino vive nel contesto educativo e scolastico” (ibidem) Il frutto di questo lavoro poi, deve essere percepito oltre le mura dei servizi: raccontarsi fuori è una responsabilità, condividere la cultura dell’infanzia che quotidianamente coltiviamo, un impegno costante.

Il punto di vista delle famiglie
Se la documentazione è uno strumento importante per valorizzare le storie di apprendimento che si generano nei servizi, altrettanto lo è come mezzo per rendere partecipi tutti gli attori in esse coinvolti. Spesso le famiglie sono una parte dimenticata di questo processo, in cui sono percepite solo come fruitori: un aspetto poco considerato è la possibilità che la documentazione si trasformi in una raccolta di confronti. Le famiglie possono fornire sguardi, pensieri e significati ai percorsi vissuti, offrendo un’occasione irripetibile di dialogo che va oltre la pura trasmissione di informazioni. Co-costruire con le famiglie alcune parti di documentazione può riservare piacevoli sorprese e, oltre a consolidare il percorso di partecipazione condivisa della vita dei servizi, contribuisce a sviluppare la coerenza educativa.

La documentazione ha un ruolo fondamentale soprattutto nel momento in cui diventa circolare: solo così si rivela utile per gli educatori, interessante per le famiglie ed efficace per la diffusione della cultura dell’infanzia.

Nessun commento:

Posta un commento